Uno sguardo alle specifiche demografiche rivela che lo stress sembra diminuire man mano che i lavoratori invecchiano, con oltre un terzo (37%) di lavoratori d'età dai 16 ai 24 anni che dichiara di sentirsi sotto pressione, rispetto al solo 17% del gruppo di età superiore ai 55 anni.
Da una prospettiva di uomini e donne, le donne sembrano soffrire più spesso, quasi una su cinque (19%) afferma di sentirsi stressata ogni giorno, rispetto al 16% dei loro colleghi maschi.
L'Italia dei troppo stressati
Lo stress è un aspetto del benessere mentale, ma vi sono molti altri fattori che possono influenzare la prestazione, l'impegno e la motivazione dei dipendenti sul lavoro.
Ma quanti datori di lavoro prendono delle misure per incoraggiare un approccio proattivo alla salute mentale sul posto di lavoro?
Il 16% dei dipendenti italiani pensa che la propria azienda non si interessi minimamente al proprio benessere psicofisico.
La percentuale cresce con l'età: solo l'11% dei lavoratori tra i 25 e 34 anni denuncia questa mancanza, ma il numero sale al 21% per i lavoratori over 55.
"I problemi legati allo stress e alla salute mentale sono una delle principali cause dell'assenza dei dipendenti e del ricambio del personale, il che significa che sostenere i dipendenti non è solo la cosa giusta da fare, ma è anche un investimento utile", afferma Virginia Magliulo, General Manager ADP Italia.
"Le aziende dovrebbero affrontare sia le cause dello stress e dei problemi di salute mentale, sia aiutare i dipendenti a gestire i problemi quando si presentano.
Ciò include la creazione di una cultura di gestione solidale e un ambiente di lavoro salubre, fornendo allo stesso tempo programmi di assistenza ai dipendenti e servizi di medicina del lavoro, su cui i dipendenti possano fare affidamento in caso di problemi".
Come specificato precedentemente, il 40% degli italiani dichiara di sentirsi così sotto pressione da considerare l'opportunità di cambiare lavoro e dedicarsi magari a qualcosa di anche meno remunerativo, ma più "leggero".
Anche in questo caso l'età cambia le prospettive: se la fascia tra i 25 e 34 anni conta una percentuale di super stressati pronti a mollare l'attuale lavoro per uno meno impegnativo pari al 44,8%, tra gli over 55 la percentuale scende al 25%, forse imputabile al fatto che dopo una certa età si è più abituati a sopportare determinate dinamiche, affrontandole con maggiore spirito.
Tra gli italiani che dichiarano di sentirsi stressati "tutti i giorni" (il 13% del totale, l'11,7% degli uomini e il 14,5% delle donne), l'età più colpita è quella tra i 45 e i 54 anni con un 16% di iper stressati.
La regione con il dato più alto di super stressati è la Basilicata (40%), seguita da Val d'Aosta (25%) e Piemonte (20,4%).
I settori più colpiti sono in primis quello dei "servizi finanziari" (19,5%), seguito da quello della "vendita al dettaglio, catering e tempo libero" (19,3%) e ultimo quello "commerciale, media e marketing" (15,8%).
Tra chi all'opposto dichiara di non sentirsi mai stressato (14%), vince la fascia degli over 55 con una percentuale del 30%.
A livello regionale, tra i più rilassati in testa gli abruzzesi (22,7%), seguono a pari merito il Molise e il Trentino (20%). Da sottolineare che la percentuale dei "mai stressati" uomini è del 17%, mentre le donne sono ferme al 10%.
Il 21% degli italiani ha poi dichiarato che è proprio il buon bilancio vita lavorativa e privata, e l'opportunità di avere del tempo libero per sé e la propria famiglia, la prima motivazione che li ha spinti a scegliere l'attuale posto di lavoro (uomini 18,2%, donne 24,30%).
La percentuale sale al 28% nella fascia 45-54, mentre scende all'11% tra i 16 e i 24 anni.
I dipendenti del Trentino Alto Adige sono quelli che mostrano più attenzione al bilanciamento vita lavorativa-privata con una percentuale del 40%, le Marche con il 32% e la Liguria con il 28%.
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