In base agli ultimi dati disponibili (dicembre 2017), nell'anno passato lo stock di sofferenze accumulate dalle banche italiane, che in termini lordi si erano quintuplicate tra 2008 e 2016 (da 41 a 201 miliardi di euro), si è attestato a 167 miliardi in termini lordi, in calo del 17% rispetto a fine 2016, con una diminuzione di analoga entità nel segmento dei crediti originati dalle imprese (-18%).
Il calo è ancora più incoraggiante se si tiene conto delle sofferenze nette, che sono passate da circa 87 miliardi di euro a fine 2016 a 64 miliardi a fine 2017 (-26%).
Gli andamenti settoriali
L'Outlook Abi-Cerved ha evidenziato nel 2017 un calo generale dei tassi di ingresso in sofferenza in tutti i settori economici, anche se rimangono ancora forti differenze fra i valori registrati nei vari settori.
L'industria ha visto un'accelerazione del miglioramento iniziato nel 2014, con il tasso di ingresso in sofferenza sceso al 2,4%, contro il 3% dell'anno precedente.
La discesa dei tassi è stata più marcata fra le medie imprese (1,2%), che hanno raggiunto i livelli pre-crisi, e nelle piccole e grandi imprese, che nell'ultimo anno hanno fortemente ridotto il divario con i livelli pre-crisi (+0,1 punti percentuali rispetto al 2008), mentre il gap rimane più ampio per le micro società (+0,7 punti percentuali).
Dopo otto anni di costante crescita, nel 2017 i tassi di ingresso in sofferenza hanno iniziato a scendere anche nel settore delle costruzioni, dal 6,1% del 2016 al 5,2% del 2017, anche se rimangono ancora superiori a quelli degli altri settori e lontani dai livelli del 2008.
Le più virtuose sono le grandi imprese (4,1%), seguite dalle piccole (5,5%), le medie (5,4%) e le micro imprese (5,2%).
Anche nel caso dei servizi, la lunga tendenza negativa durata fino a tutto il 2016 si è invertita negli ultimi dodici mesi. I tassi di ingresso in sofferenza si sono ridotti dal picco del 3,6% al 3%, con miglioramenti su tutte le fasce dimensionali analizzate.
Il calo è più pronunciato tra le microimprese (dal 3,9% al 3,2%) e tra le piccole società (dal 2,8% al 2,2%), ma medie (da 2,3% a 1,8%) e grandi società (da 1,8% a 1,3%), continuano a essere quelle con le performance migliori.
Gli andamenti territoriali
La generale discesa dei tassi di ingresso in sofferenza ha riguardato tutta la penisola, con una tendenza alla riduzione del divario fra le diverse aree italiane.
È proseguita, la dinamica positiva nel Nord-Est, con un calo dei tassi dal 2,7% al 2,2%, e nel Nord-Ovest, in cui si è passati dal 3,2% al 2,5%.
Evidente l'inversione di tendenza nel Centro-Sud, dove le nuove sofferenze erano risultate in crescita per tutto il 2016, e dove si registra una riduzione dei tassi di quasi un punto nel Mezzogiorno e Isole (dal 5,4% al 4,5%) e di oltre mezzo punto nel Centro Italia (dal 4,7% al 4,1%).
Dall'analisi delle dimensioni aziendali emerge un divario nella solidità delle imprese ancora molto evidente fra il Nord Italia e il Meridione.
Le grandi società del Sud (con tassi in calo dal 3,2% al 2,4%) risultano meno rischiose delle imprese del Centro (scesi dal 3% al 2,5%), ma restano lontane dalle performance delle aziende del Nord-Est e Nord-Ovest (0,9% e 0,8% contro l'1,3% del 2016).
Un gap evidente anche se si guarda alle medie imprese, dove le nuove sofferenze al Centro (in calo dal 3,5% al 2,9%) e al Sud (dal 4,2% al 3,5%) sono molto superiori a quelle segnalate nel Nord-Ovest (dall'1,9% all'1,3%) e nel Nord-Est (dall'1,6% all'1,1%).
Fra le piccole imprese, quelle del Sud registrano la riduzione più marcata (dal 4,8% al 4%), seguite dalle società del Nord-Ovest (dal 2,5% all'1,8%), del Centro (dal 4% al 3,4%) e dal Nord-Est (dal 2,1% all'1,6%).
Nelle microimprese, invece, è più evidente la riduzione dei divari geografici, grazie a miglioramenti più pronunciati nel Meridione (dal 5,6% al 4,7%) e nel Centro Italia (dal 4,9% 4,3%) rispetto al Nord-Ovest (dal 3,5% al 2,8%) e al Nord-Est (dal 3% al 2,5%).
Le previsioni al 2019
In base alle previsioni dell'Outlook Abi-Cerved, la discesa dei tassi di ingresso in sofferenza proseguirà per tutto il prossimo biennio.
Il calo sarà più pronunciato tra le microimprese e le piccole società, con tassi attesi rispettivamente al 2,3% e all'1,5%, e più contenuto tra le medie (1,1%) e grandi imprese (0,9%).
Nel 2019 i tassi di ingresso in sofferenza torneranno vicini ai livelli pre-crisi in tutte le fasce dimensionali, con l'eccezione delle microimprese
Spostando l'analisi sui settori, nell'industria i tassi scenderanno sotto i livelli pre-crisi, con la sola eccezione delle micro imprese.
Nei servizi il divario con i livelli del 2008 sarà ancora evidente nelle piccole e micro aziende (di 0,3-0,5 punti).
Nelle costruzioni, invece, i flussi di nuove sofferenze si manterranno su livelli abbastanza elevati (3,3%).
Le previsioni indicano miglioramenti marcati e diffusi a tutte le aree geografiche nel 2018 e nel 2019, ma se nel Nord saranno recuperati i livelli pre-crisi, per le aziende del Centro-Sud le nuove sofferenze si manterranno al di sopra dei valori del 2008.
Le società del Mezzogiorno (3,2%) continueranno ad essere le più rischiose nel 2019, seguite da quelle del Centro (2,8%), del Nord-Ovest (1,6%) e del Nord-Est (1,4%).
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