La debacle di Wall Street è stata causata dal dato positivo sul mercato del lavoro. E per i bond le strategie multisettoriali sono vincenti
Il recente crollo dell?indice azionario a Wall Street, gli aumenti dei tassi negli USA e la sempre più vicina stretta sugli acquisti di asset da parte della BCE danno materia di discussione tra investitori ed esperti. Ne abbiamo parlato con Donato Savatteri, Country Head Italy T. Rowe Price
Gli italiani sono tradizionalmente affezionati agli investimenti obbligazionari. Come investire nel reddito fisso ora che le Banche Centrali iniziano a normalizzare le politiche monetarie?
Certamente gli italiani sono stati notoriamente legati all'investimento obbligazionario. E adesso si parla molto della normalizzazione delle politiche monetarie. Vorrei però prima spiegare di cosa si tratta: abbiamo negli Stati Uniti una situazione nella quale la Banca Centrale americana, la Fed, ha già iniziato ad invertire la rotta. Quindi sta alzando i tassi di interesse, e abbiamo anche una riduzione del suo bilancio, quindi la Fed sta acquistando meno titoli obbligazionari rispetto a quelli che vanno a maturazione. Dall'altro lato, la Banca Centrale Europea sta semplicemente riducendo il quantitative easing, cioè l'acquisto di titoli, quindi in realtà è una politica accomodante, ma meno accomodante di prima. Sta comunque andando verso una normalizzazione: si prevede infatti per settembre la fine del quantitative easing.

Questo ha naturalmente delle ripercussioni sul mercato dei bond, in particolar modo su quello americano, nel quale un rialzo dei tassi porta a prospettive poco rosee per i titoli obbligazionari. Da qui la necessità di stare corti come "duration", cioè corti con le scadenze, se non addirittura negativi sempre come duration. Sul fronte europeo siamo comunque su livelli molto risicati e quindi sulle obbligazioni governative il nostro approccio prevede di stare corti.
D'altro canto, però, la normalizzazione è un concetto che riguarda solamente gran parte dei mercati sviluppati. Se ampliamo il nostro orizzonte e andiamo anche sui mercati emergenti, vediamo invece che vi sono tantissimi Paesi che stanno operando tagli ai tassi di interesse: Brasile, Russia, Malaysia, Indonesia ecc. In questi Paesi vale quindi la pena esporsi sul mondo obbligazionario perché le valutazioni (i prezzi) potrebbero salire proprio grazie al taglio dei tassi di interesse. Potrebbe quindi essere opportuno guardare con interesse a strategie che investono nelle obbligazioni dei mercati emergenti.
Se andiamo invece a guardare la parte corporate, le obbligazioni societarie, vediamo che gli spread - il differenziale di rendimento rispetto ai titoli di stato - non sono saliti ultimamente. Questo vuol dire che certamente in conto capitale non prevediamo grossi guadagni con le obbligazioni corporate, ma significa anche che spread bassi indica che il mercato non attribuisce grandi rischi a questi titoli, cioè non vede rischi di default o fallimento. Quindi, visto che le cedole sono più interessanti sui titoli societari, riteniamo che titoli con una "duration" bassa possano rappresentare ancora una buona opportunità di investimento, proprio anche per andare a compensare le cedole estremamente risicate (se non zero) dei titoli governativi. Quindi, per fare una sintesi, pensiamo che strategie multisettoriali che possano prendere sia obbligazioni governative e magari andare corti, sia obbligazioni dei mercati emergenti, sia obbligazioni anche societarie, possano rappresentare la miglior scelta di investimento per l'anno in corso.
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