USA: riduzioni d'imposta sì, ma non per tutti
Vale e D'Alelio (Neuberger Berman): nonostante l'ampio uso di strategie azionarie small cap passive per scommettere sulle riduzioni d'imposta, c'è da dire che non tutte le piccole imprese ne beneficeranno
L'elezione a sorpresa di Donald Trump alle presidenziali 2016 ha portato con sé un'ondata di ottimismo, attribuendo alla nuova amministrazione pro-crescita e pro-business la capacità di tenere ancora in vita la lunga fase rialzista imboccata dal mercato azionario del Paese. In molti hanno pensato che i titoli small cap statunitensi, in virtù della loro vocazione nazionale e delle aliquote fiscali effettive relativamente elevate, fossero in una posizione particolarmente vantaggiosa per beneficiare della riforma fiscale, uno dei cavalli di battaglia dell'agenda repubblicana.

L'entusiasmo suscitato negli investitori dall'abbassamento dell'aliquota d'imposta sulle imprese si sarebbe secondo costoro riflesso nei dati relativi ai flussi di capitali. Come riportato di seguito, i capitali riversatisi nelle strategie azionarie small cap passive sono notevolmente aumentati all'indomani della vittoria di Trump; nel trimestre delle elezioni presidenziali (da novembre 2016 a gennaio 2017), sono confluiti in fondi di questo tipo ben 25 miliardi di dollari, circa sei volte i flussi trimestrali medi degli ultimi 10 anni. Anche gli afflussi nei prodotti large cap passivi sono aumentati durante il periodo elettorale, benché in misura significativamente inferiore. Dopo l'euforia iniziale, tuttavia, i flussi di capitali hanno registrato un andamento più volatile, dettato dall'evolversi delle aspettative circa la capacità dell'amministrazione Trump di far approvare le sue proposte legislative. Poiché a partire dalla crisi finanziaria le performance del segmento small cap sono legate a doppio filo ai flussi di capitali (per i motivi che spiegheremo più avanti), la performance relativa dell'indice small cap Russell 2000 rispetto all'S&P 500 ha seguito una traiettoria analoga dopo le elezioni.

Pur sentendoci di affermare che l'acquisto di un'esposizione al segmento small cap mediante strategie d'investimento che replicano passivamente i benchmark non è quasi mai l'approccio ottimale, riteniamo si tratti di una strategia del tutto inefficace per gli investitori che si prefiggono di sfruttare il potenziale impatto del piano fiscale su questo segmento di mercato. Se c'è un punto che è stato del tutto trascurato in quest'ultima corsa alle strategie small cap passive è che la nuova aliquota fiscale avvantaggerà solo le aziende che pagano le tasse, e ciò significa che una grossa fetta del Russell 2000 ne è tagliata fuori.
Tasse più basse, ma per chi?
Con la mediana dell'aliquota fiscale effettiva pari a circa il 32% per le aziende del Russell 2000, è facile capire perché gli investitori guardano con estremo interesse a un'aliquota ben più bassa dell'attuale 35%. Dopo aver sbandierato un ipotetico 15% durante la campagna elettorale, le autorità si sono poi accordate su un più ragionevole 21%. Ottimo, giusto?
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