La verità sulla liquidità degli ETP
Secondo gli analisti di WisdomTree, i pregiudizi su questa asset class sono facili da smontare. Sono fondi comuni aperti che possono essere creati o riscattati su base giornaliera
Gli ETP stanno diventando un prodotto sempre più popolare, conosciuti anzitutto come un'alternativa ai fondi comuni per trasparenza ed efficienza dei costi. Poiché il loro utilizzo è avvenuto solo in tempi relativamente recenti, su questi strumenti gravano diversi pregiudizi, tra i quali spicca un diffuso fraintendimento a proposito della liquidità disponibile. Nonostante sia nota la possibilità di negoziare gli ETP intraday, molti investitori credono che gli ETP non siano negoziabili in dimensioni istituzionali. La realtà non potrebbe essere più lontana da questa convinzione.

Il fraintendimento nasce dagli investitori che valutano i volumi di negoziazione degli ETP come se si trattasse di un singolo titolo e, su tale parametro, fondano il loro concetto di dimensione negoziabile. Anche se i volumi di negoziazione rappresentano uno dei fattori atti a definire la liquidità complessiva di un ETP, una simile analisi tralascia una delle caratteristiche essenziali di questi strumenti: si tratta di fondi comuni aperti che possono essere creati o riscattati su base giornaliera. Tale processo consente all'ETP di accedere alla liquidità disponibile sul mercato sottostante, oltre alla liquidità fornita dal volume giornaliero di negoziazione. Quindi, come funziona?
Com'è strutturato il mercato degli ETP
A trainare la liquidità degli ETP sono due mercati: il secondario e il primario.
a) Mercato secondario: costituito da quote di ETP che passano dagli investitori che vendono agli investitori che acquistano, tramite borsa oppure a mezzo di una transazione OTC (over-the-counter) attraverso intermediari (o broker). La liquidità disponibile in questa sezione del mercato è trainata dal volume di negoziazione delle quote di ETP in un determinato giorno.
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