Mercati Emergenti: i flussi di capitale continuano ininterrotti
Secondo Raiffeisen CM, per la nona volta quest'anno sono saliti più delle borse sviluppate. Da inizio anno l'indice MSCI Emerging Markets ha segnato un rialzo del 30%, circa rispetto al 16% dei Paesi industrializzati
Nel mese di ottobre, storicamente il "mese dei crash", i mercati azionari emergenti, con poche eccezioni, hanno registrato ulteriori guadagni.
Per la nona volta quest'anno sono saliti più delle borse sviluppate.
Da inizio anno l'indice MSCI Emerging Markets ha dunque segnato un rialzo del 30%, circa rispetto al 16% dei Paesi industrializzati (indice MSCI World).
In questo contesto una correzione temporanea del 5-10% sarebbe normale, ma al momento non c'è, tuttavia, nessun segnale concreto, tanto più che gli afflussi di capitale continuano ininterrottamente.

Nel complesso, da inizio anno sono già stati investiti quasi 60 miliardi di dollari USA nelle azioni dei paesi emergenti, il valore più alto dal 2010.
Positiva per le azioni dei Paesi emergenti anche la netta ripresa dei prezzi delle materie prime nell'ultimo periodo.
Il greggio ha subito un rialzo di quasi l'8% a ottobre e anche gran parte dei metalli industriali ha registrato un significativo incremento negli ultimi mesi.
La decisione della Banca centrale europea di voler continuare i propri acquisti di obbligazioni almeno fino a settembre dell'anno prossimo (anche se nel 2018 con un volume mensile dimezzato) significa, almeno per altri 12 mesi, un continuo e abbondante approvvigionamento di liquidità dei mercati finanziari globali, nonostante un lieve inasprimento a breve della politica monetaria USA.
Il contesto per la maggior parte delle obbligazioni dei paesi emergenti rimane pertanto ancora positivo - all'abbondante liquidità globale si aggiungono tassi d'inflazione in genere stagnanti o in calo, dati fondamentali economici buoni nonché risultati aziendali in gran parte migliori.