Francia: Macron alla prova riforme
Nossek (WisdomTree): un'agenda di riforme pro-UE e pro-crescita rappresenta una finestra di opportunità per rinvigorire lo slancio economico
Le riforme del mercato del lavoro di Macron appaiono difficili da implementare a fronte della storica, dura opposizione da parte delle rappresentanze sindacali.
Tuttavia, a differenza del suo predecessore François Hollande che propugnava un'agenda socialista, Macron essendo "indipendente" potrà intrattenere con i sindacati rapporti più conflittuali e costringerli a negoziare.
Il mandato palesemente pro-imprese delineato in campagna elettorale dovrebbe rendere politicamente più agevole per Macron ottenere maggiori concessioni rispetto a quanto non sia mai stato consentito ad Hollande.

Incoraggiare l'occupazione e la produttività richiederà maggiore flessibilità in termini di retribuzioni e orario di lavoro.
Secondo il piano di riforme, le singole società e imprese potranno stabilire i propri salari senza sottoporli alla contrattazione collettiva del rispettivo settore di attività.
Anche la semplificazione della legge sul lavoro fa parte dell'agenda.
La strategia di Macron per riformare il mercato del lavoro ha concrete possibilità di riuscita poiché si tratta di un piano estremamente pragmatico: allettando il suo elettorato e gli alleati di centro-sinistra con le normative pro-imprese non toccherà - almeno non per ora - lo stato sociale e i programmi previdenziali.
Il piano di riforma fiscale che prevede uno stimolo finanziario pari ad almeno 50 miliardi di euro in progetti sulle infrastrutture e nuove industrie - nonostante dia prova di equilibrio e strizzi l'occhio all'UE poiché rispetta la regola del disavanzo non superiore al 3% - difficilmente imprimerà la spinta necessaria alla crescita del PIL.