Qual è la giusta dimensione (delle aziende)?
Il libro di Andrea Bettini narra di come e perché un laboratorio di falegnameria sia diventato una Società Benefit, Ma si pongono alcuni questi...
Si ricorda spesso, correttamente, che il sistema imprenditoriale italiano, soprattutto nella ricca fascia del nord, poggia su una moltitudine di PMI, spesso nate e cresciute intorno a figure carismatiche e gestite con una stretta logica familiare.
Altrettanto vero è che la crisi finanziaria esplosa oltre oceano nel 2007-2008 ha travolto il mondo produttivo, spazzando via moltissime delle PMI e lasciando dietro di sé pochi sopravvissuti.
Imprese che si sono trovate al centro della tempesta perfetta, composta dalla crisi finanziaria e dall'impatto incontrollabile di nuove tecnologie e ideologie, spesso disegnate come abiti della festa su corpi non del tutto "filiformi"?.

Con il rischio che si possa finire anche per fare una certa retorica, mista ad una certa demagogia imprenditoriale.
In questo contesto si colloca il lavoro di Andrea Bettini, "La Giusta dimensione.
Storia di un'impresa che ha saputo evolvere senza perdere di vista i valori e le persone", edito da FrancoAngeli.
Un testo semplice, costruito, dichiara il suo autore, per una lettura lineare oppure con un approccio serendipity, "dove aprendo il libro in maniera casuale ci si può soffermare su un singolo capitolo e gli spunti derivanti da esso".
Confesso di aver seguito questo secondo suggerimento.
Tutto bene, tutto chiaro: un percorso in fasi e decisioni manageriali che hanno permesso all'impresa protagonista della narrazione (la Zordan srl sb) di darsi un futuro in un mondo profondamente cambiato, abbracciando il mantra del for benefit per dare un senso ed un perché ad un'impresa familiare in un mondo globalizzato.