E' ormai palese che il consumatore preferisca sempre più muoversi online e il modello di business al dettaglio si sta modificando di conseguenza.
Nei prossimi anni, questa evoluzione del modello di business al dettaglio rappresenterà senza dubbio un ampio potenziale per gli investimenti PE.
I modelli tradizionali di retail devono necessariamente evolvere verso il digitale
La National Retail Federation statunitense prevede in crescita le vendite retail online per l'anno in corso con una quota compresa tra 8 e 12%, e un tasso di crescita tre volte più veloce che nel settore retail in generale.
Le previsioni della NRF per gli store tradizionali fisici attestano invece la quota di crescita a circa il 3%, mostrando così quanto sia rilevante un'offerta multicanale osservando quanto l'eCommerce sia sempre più alla guida della crescita del settore Retail.
La sfida è stata colta da WalMart, la più grande catena di megastore americana, che, con l'acquisizione della piattaforma di commercio online Jet.com per 3 miliardi di dollari l'anno scorso, ha lanciato la sfida ad Amazon sulle vendite online.
Il colosso USA della grande distribuzione ha portato a termine una delle più grandi acquisizioni nell'eCommerce, in particolare per una startup che è partita ufficialmente nel 2015.
"Jet.com è stata acquisita l'estate scorsa con offerta 'premium' di $3,3 miliardi rispetto alla sua effettiva valutazione di $1,35 miliardi, ma WalMart ha visto giusto, al punto che, alla fine dell'anno scorso, le vendite a livello globale nell'eCommerce sono incrementate a doppia cifra, con +15% rispetto il 2015, e quelle autoctone USA sono salite di ben il 36%", ha commentato Simone Del Bianco, managing partner di BDO Italia.
La tecnologia sta cambiando il terreno di gioco nel Retail sia online sia offline
Mentre è in atto una fase di convergenza al digitale si riscontra un forte consolidamento nel settore e le crescenti difficoltà nell'attrarre clienti presso i loro punti vendita fisici di brand storici USA del retail, come Macy's o Nordstrom. I rivenditori tradizionali stanno facendo grandi investimenti in tecnologia, sia negli store fisici sia nell'eCommerce non solo per offrire un'esperienza multi-canale, ma anche per consentire al consumatore un approccio più olistico al brand.
Macy's e Target, per esempio, hanno stretto una partnership con la startup e-retail ThredUp, consentendo ai consumatori di donare abbigliamento usato alla piattaforma ThredUp in cambio di credito presso i propri store fisici.
Alcuni retailer dell'abbigliamento, come Urban Outfitters, stanno collaborando con startup tecnologiche per utilizzare la tecnologia dei beacon in-store raccogliendo informazioni in tempo reale sulle preferenze di acquisto e sul flusso dei propri clienti.
Allo stesso tempo, gli e-retailer puri si stanno espandendo in controtendenza nel mondo fisico.
Nel 2017, la Unicorno Warby Parker - startup di eyewear design che prima di aprire il suo store nel cuore di SoHo ha iniziato online il proprio business vendendo occhialeria originale e di qualità a prezzi estremamente competitivi rispetto alla media - prevede di portare a 70 i propri punti vendita nel mondo.
Analogamente, Amazon è in procinto di aprire una varietà di punti vendita, dalle librerie alle drogherie a negozi di abbigliamento e accessori.
Secondo Del Bianco, "è interessante notare come i grandi retailer USA, la cui presenza nei mercati europei è sempre più significativa, stiano valutando di portare l'esperienza in-store al livello successivo.
Secondo le analisi BDO, 1 retailer su 2 prevede di investire nella riqualificazione e/o nel rimodellamento dei propri store.
Allo stesso tempo, la maggioranza, il 70%, si sta concentrando sull'online, investendo più capitale nel commercio elettronico e nei canali mobile.
Per aiutare questi canali a comunicare tra di loro e migliorare l'efficienza operativa, il 74% dei dettaglianti USA investirà nell'innovazione tecnologica dei sistemi IT.
Anche in Europa e in particolare in Italia la ricerca di nuovi modelli di business, l'innovazione tecnologica e la spinta al digitale sono sfide che le imprese devono e dovranno necessariamente affrontare per raggiungere e/o mantenere una posizione competitiva di mercato e aspirare ad adeguati livelli di margine".
In aggiunta, la domanda di tecnologia di ultima generazione da parte dei consumatori è in costante incremento e i retailer non ne possono restare immuni, in particolare per l'introduzione di innovazioni tecnologiche che rafforzino l'esperienza del consumatore in termini di comodità e di semplicità di utilizzo.
Per questo motivo, per restare al passo, molti operatori retail stanno spostando il loro radar verso modelli di eCommerce basati su sottoscrizione/abbonamento o verso startup che implementino questo tipo di servizi per il settore, con l'obiettivo primario di rinvigorire la fedeltà verso il marchio e al contempo catturare nuovi mercati e/o nuove quote di mercato.
"Un esempio emblematico di questa tendenza è l'acquisizione da parte di Unilever della startup Dollar Shave Club per 1 milione di dollari che tramite questa operazione non solo ha reso la startup un Unicorno nell'estate dell'anno scorso, ma le ha anche permesso di acquisire un nuovo business model per un prodotto classico: si tratta infatti di un servizio di abbonamento sulle ricariche di rasoi da barba, ove Dollar Shave Club semplifica la spesa di molti uomini, non escludendo nel contempo nemmeno il pubblico femminile. Questa operazione ha dato il via a una nuova tendenza da parte del retail verso startup e imprese che operino con questo modello, in particolare da parte di brand di lunga presenza sul mercato, che ora mostrano un appetito per questo tipo di mega-deal", ha concluso Del Bianco.
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