Ci vuole più razionalità nella gestione IT
Cole (Dynatrace): la maggior parte delle aziende gestisce meno del 25% delle proprie applicazioni. Non ha senso investire in qualcosa di importante per la propria attività e poi non monitorarlo
Recentemente ho letto un articolo sulla gestione delle applicazioni "mission-critical", un termine che non mi piace e reputo banale e datato.
Suggerisce, infatti, che le applicazioni si dividano in due gruppi: mission-critical e...
optional? marginali? non necessarie?
Si tratta di un modo di pensare inadeguato: le persone che gestiscono le organizzazioni IT sono intelligenti, e investono in cose che contano per il business.

Non adottano applicazioni che non offrono valore, perché sono bravi a gestire al meglio il rapporto costi-efficienza.
Così l'idea che solo poche applicazioni - "mission-critical" - meritino di essere gestite è illogica.
Anche l'email, che rappresenta l'anello inferiore della catena alimentare, è essenziale per il funzionamento di un'organizzazione del 21° secolo.
Per questo motivo sorprende constatare che, secondo gli analisti del settore, la maggior parte delle aziende gestisce meno del 25% delle proprie applicazioni.
Chiaramente non tutte le applicazioni sono uguali, alcune possono avere più valore di altre, ma sicuramente nessuno sosterrebbe che tra il 10% e il 20% delle prossime più importanti applicazioni non meritano di essere gestite.
Non credo abbia senso scegliere di investire in qualcosa che è importante per la propria attività , ma poi evitare un ulteriore piccolo investimento necessario per garantire che funzioni bene. È un approccio irrazionale; come se una società di autotrasporti non monitorasse il livello dell'olio dei propri automezzi, o un supermercato la temperatura dei congelatori.