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07/06/2017

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Busetto (Anie): l'Industry 4.0 fa ripartire anche il mercato interno

La spinta alla digitalizzazione delle imprese, grazie anche agli stimoli fiscali, sta avendo ripercussioni positive sul piano degli investimenti. Molti i comparti che iniziano a beneficiarne 

Abbiamo incontrato Giuliano Busetto, Presidente di ANIE, per fare il punto della situazione in un momento in cui il mercato si trova di fronte a una svolta, vuoi per l'intervento del governo, vuoi per le possibilità offerte dalle nuove tecnologie, e capire in quali direzioni ci si sta muovendo. Anie: la casa dell'innovazione e della tecnologia, come vede questo momento storico?

Noi copriamo molti settori e mercati, per cui dire in assoluto come sta andando il mercato, non è esattamente facile. Ci sono dei settori che certamente stanno andando bene. Per esempio, tutto ciò che riguarda la dinamica dell'industria, il concetto legato allo sviluppo del manifatturiero, legato anche ai benefici e gli effetti del piano del governo Industry 4.0. Poi c'è la curiosità da parte dell'imprenditoria non solo sull'iper-ammortamento e gli effetti del piano dal punto di vista dei benefici fiscali, ma su cosa questo vorrà dire nel proseguo per la digitalizzazione del manifatturiero e anche nell'industria di processo.

La digitalizzazione avrà degli effetti disruptive per il prossimo futuro? Guiderà dei cambi radicali nel modo di produrre oggetti e componenti e macchine nel prossimo futuro, nei prossimi 10 anni? Queste domande danno vitalità al nostro settore e alle nostre imprese. I dati di associazioni vicine a noi, che riguardano costruttori di macchine, macchine utensili o macchine automatiche evidenziano una ripresa del mercato domestico che è un'aspetto nuovo, visto che non si era verificato negli ultimi anni. Con la crisi, gran parte dei costruttori di macchine si sono orientati all'estero.
Questa spinta per il rinnovo dell'industria manifatturiera italiana spinge gli imprenditori a investire, anche grazie ai benefici fiscali, determina una ripresa del mercato domestico e questo è certamente significativo.
Noi che offriamo tecnologie, quindi forniamo automazione o sistemi di controllo, diamo sensoristica e molte delle tecnologie caratterizzanti oggi l'industry 4.0, incominciamo a sentire dei benefici. Il vantaggio è il piano, ma anche la curiosità che il mondo industriale ha nei confronti della digitalizzazione.

Cosa si attende per il futuro prossimo?

Mi aspetto molto dalla seconda parte dell'anno. Non voglio sbilanciarmi coi numeri, è un mio sentiment personale. Penso che nel 2018, con le attuali condizioni, si possano avere dei segnali ancora importanti. Poi sappiamo che il mercato è legato a tante dinamiche a contorno, politiche, economiche, effetti europei e aspetti che riguardano rapporti tra grandi nazioni, per esempio gli USA rispetto alla Corea, rispetto alla Russia, e sappiamo che questo può influenzare i risultati. Oggi sono ottimista per quanto riguarda lo sviluppo dell'industria e quindi sulle tecnologie che abbiamo.

E il mercato delle infrastrutture?

C'è una maggiore vitalità o comunque qualche elemento positivo c'è, ma ci si aspettava molto di più dal "piano casa" o comunque da fenomeni legati alla maggiore attenzione nei confronti di impiantistiche elettriche negli edifici, sicurezza nelle abitazioni, sicurezza nelle infrastrutture, domotica. E qui credo che abbiamo bisogno di un'ulteriore spinta.

E per i trasporti?

In questo ambito abbiamo avuto un grosso impulso dagli investimenti che ha fatto prima Trenitalia, e oggi sono nel piano della Rete Ferroviaria Italiana, e questo ha determinato non solo l'acquisto recente di molto materiale rotabile ma impatta le prospettive per i prossimi 10 anni che riguardano la rete e le infrastrutture associate ai trasporti.


Interessano anche le Grandi Stazioni e quindi il settore è in crescita.

E giungiamo al terzo pilastro di Anie: l'energia

Il terzo grande elemento è proprio l'energia e abbiamo visto dei segnali positivi da investimenti che abbiamo fatto recentemente con Enel che ha presentato il piano dal 2017 al 2019. Parliamo, non solo per l'Italia, di più di 6 miliardi di euro per i prossimi tre anni. Quindi ci sono anche qui degli sviluppi interessanti.

La sicurezza oggi è un elemento essenziale: quanto conta per cambiare i processi e svecchiarli?

E' un tema che è trasversale e vale per le industria, per le infrastrutture, per gli aspetti legati all'energia. Si è parlato comunque di cyber-security. E quindi è un driver del mercato. Tutto avrà un beneficio: per le infrastrutture pensiamo agli ascensori, ma anche l'efficienza energetica o la domotica e si giunge fino all'elettrodomestico, che evolve verso un concetto di prodotto intelligente.

Le PMI e medie aziende, come si stanno muovendo?

La mia considerazione personale: sono imprese molto vitali, ci sono casi di eccellenza a livello mondiale dal punto di vista di costruttori di macchine, sia automatiche di produzione sia utensili.


Questo poi non appare agli occhi di tutti perché, siccome sono aziende dedite all'export, tutto sommato, quanto accade in Italia non dico che non interessa, ma importa fino a un certo punto. Poi ci sono esempi, come l'industria manifatturiera che è in un periodo complicato, ma c'è una vitalità. Ogni imprenditore dice sempre che le cose non vanno bene, che non ci sono ordini. La realtà è un po' diversa. Adesso non dicono di avere numeri a doppia cifra e di essere pieni di ordini grazie ai piani del Governo, ma c'è una vitalità che non è mancata e che sta aumentando. Poi siamo esportatori, con tecnologie avanzate che molti Paesi ci invidiano.

E altre eccellenze?

Chi lavora nel packaging sta vivendo un periodo interessante. Significa, per esempio, avere visibilità nel prossimo futuro, perché implica operare, per esempio, nel mercato del food, uno dei principali comparti italiani. Anche imprese, come Barilla, che investe anche in Italia per raddoppiare il sughificio; come Ferrero, che innova costantemente e mantiene investimenti elevati, e chi opera nel fornire loro delle macchine si ritrova in un percorso positivo.


 


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