L'impatto del calo di fiducia in internet sul commercio elettronico
Un'indagine Ipsos, CIGI, UNCTAD e Internet Society, conferma l'importanza di disporre di un'adeguata protezione dei consumatori e di una migliore protezione dei dati. A rischio l'economia digitale
Un sondaggio globale ha rivelato che gli utenti di Internet sono sempre più preoccupati per la loro privacy online e che il 49% degli utenti intervistati dice che la mancanza di fiducia è il loro motivo principale per non fare shopping online.
L'indagine condotta da Ipsos e dal Centro per l'Innovazione per la Governance Internazionale (CIGI), in collaborazione con la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD) e la Internet Society, ha rilevato come le violazioni di dati e i tentativi segnalati di hacking in occasione di elezioni in diversi Paesi europei, continuano a catturare i titoli internazionali. I risultati dell'indagine suggeriscono che l'impatto sulla fiducia sta impedendo un ulteriore sviluppo dell'economia digitale. E i recenti attacchi con il ransomware Wanna Cry hanno peggiorato la situazione.

"La linfa vitale di Internet è la fiducia, e quando questa viene intaccata, le conseguenze per l'economia digitale sono quasi irreparabili", ha dichiarato il direttore del programma globale di sicurezza e politica CIGI Fen Osler Hampson. "I risultati di questo sondaggio globale offrono una panoramica sul perché i responsabili politici devono essere preoccupati e perché esiste un forte legame tra la fiducia degli utenti e la salute del commercio elettronico".
A causa della mancanza di fiducia è molto probabile che le persone rimangano fuori dalle piattaforme di commercio elettronico in Medio Oriente, in Africa e in America Latina, suggerendo che i potenziali guadagni dell'eCommerce non si distribuiscano uniformemente in tutto il mondo.
L'indagine ha anche rivelato grandi differenze nel comportamento quando si parla di come gli utenti stiano acquistando beni online. Per esempio, in Cina, India e Indonesia, oltre l'86% degli intervistati prevede di effettuare pagamenti mobili sul loro smartphone nel prossimo anno, rispetto a meno del 30% in Francia, Germania e Giappone.
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