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03/05/2017

economia

Le grandi opportunità del comparto Biotech

Reali (Pharus Management): le società di questo settore hanno visto una crescita aggregata di utili del 20-30% all'anno. E il mercato si attende che il trend continui

Il comparto Biotech da tempo risulta essere particolarmente interessante e attrattivo per gli investitori. Del resto, gli indici di borsa delle società quotate testimoniano come i rendimenti siano particolarmente interessanti. Ne abbiamo parlato con Stefano Reali, vice direttore generale di Pharus Management SA.

Il comparto Biotech è abbastanza particolare nel panorama degli investimenti. Qual è il contesto?

Effettivamente rappresenta una nicchia a livello di investimenti, che però noi seguiamo e riteniamo molto interessante. Le motivazioni sono abbastanza semplici, ma non tutti riescono ad interessarsi e ad approfondire il tema.
Il settore Biotech è relativamente giovane e nasce nel 2000, con la mappatura del genoma umano. Da qui in poi sono partite una serie di ricerche per il trattamento di malattie, fino a qualche tempo fa o ancora oggi, apparentemente incurabili ma che grazie a società del settore Biotech stanno diventando curabili.
Queste società sono le uniche al mondo che investono una enorme parte del proprio fatturato (30-40%) in ricerca.

Ciò significa che un simile volume di investimenti sta portando oggi alla commercializzazione di diversi farmaci, che in precedenza non esistevano, che riescono a curare malattie precedentemente incurabili. Quindi questo, oltre ad avere una valenza sicuramente sociale, ha anche una importanza economica per le aziende che commercializzano questi farmaci.

All'interno del comparto Biotech, ci sono settori che si dimostrano più promettenti?

Una delle aree di maggior sviluppo, dove si stanno concentrando i maggiori investimenti, è sicuramente quella oncologica, in cui la malattia viene considerata il "grande male". Anche in questo caso dobbiamo considerare che i progressi sono all'ordine del giorno. Facciamo un esempio su tutti: una tecnologia, che è già oggi realtà, che viene utilizzata per la cura dei tumori del sangue. Si tratta di una tecnologia che permette di sfruttare cellule del nostro corpo e del sistema immunitario, in particolare i globuli bianchi, per andare a colpire e quindi curare solamente le cellule malate e non tutte le cellule come farebbe invece un processo chemioterapico.

E come si declina tutto ciò a livello di investimento?

Il settore è molto interessante poiché tutti questi investimenti determinano oggi più di mille farmaci sul mercato in fase di analisi, i diversi step che precedono la commercializzazione.


Gli investimenti e i farmaci portati poi sul mercato generano per le società di questo settore una crescita aggregata di utili, che è stata negli ultimi anni - dal 2000 ad oggi - del 20-30% all'anno. E il mercato si attende che il trend continui. Ovviamente, anche i prezzi borsistici di queste società seguono queste crescite, che non sono riscontrabili in altri settori.
 


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