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12/04/2017

economia

Banche Centrali: una normalizzazione dettata dalla contingenza

Lawson (Standard Life): continuiamo a ritenere che l'aspetto più importante rispetto alle recenti decisioni delle banche centrali sia la conferma che la politica monetaria sia legata al momento non a una strategia più ampia

Mentre Fed e PBOC adottano nuove misure volte a normalizzare la politica e prepararsi al crescente slancio economico e del prezzo degli asset, prosegue il dibattito tra gli investitori sulla portata della stretta sulla politica monetaria globale e sulla possibilità che il prezzo di mercato sia opportunamente calibrato rispetto alle funzioni di reazione dei policy-maker.
Certo, ora vi è un minore divario tra guidance implicita o esplicita delle banche centrali sul futuro percorso della politica rispetto a quanto accaduto nel 2016. Ad esempio, i due rialzi dei tassi più o meno già compresi per quest'anno nella curva dei tassi OIS americani sono in linea con la proiezione mediana dei membri del FOMC, anche se gli investitori sembrano ancora scettici per quanto riguarda la proiezione della Fed sui tassi a lungo termine del 3%.
La Banca d'Inghilterra non ha alzato i tassi a marzo, ma la dichiarazione e i verbali successivi alla riunione sembrano essere un tentativo di ridurre la compiacenza del mercato relativamente a quanto tempo i tassi bancari a lungo termine resteranno a 25bps in caso le previsioni del MPC su economia e inflazione fossero corrette.


Nel frattempo, le politiche della BCE dovrebbero proseguire sul percorso stabilito per tutto il 2017, ma questo non ferma le speculazioni del mercato su quando e come la banca centrale europea abbandonerà le misure non convenzionali nel 2018, dato che tali modifiche dovranno essere annunciate entro la fine di quest'anno.
Tra le grandi banche centrali, solo la politica della Banca del Giappone sembra stabile, sia perché la sua credibilità è ormai talmente intrecciata al regime di yield targeting, sia a causa della convinzione diffusa che i tassi reali debbano essere mantenuti bassi per molti anni, per far sì che l'inflazione di fondo raggiunga in modo sostenibile il 2%.
Ovviamente è naturale per gli investitori preoccuparsi per il futuro percorso della politica monetaria data l'importanza della struttura dei tassi per l'economia e il modo in cui le misure non convenzionali post-crisi hanno colpito i mercati.
Eppure noi continuiamo a ritenere che l'aspetto più importante rispetto alle recenti decisioni delle banche centrali sia la conferma che, più che seguire una rotta prestabilita, la politica monetaria sia legata al momento contingente.



La Fed sta aggiustando la sua politica perché continua ad avvicinarsi ai suoi obiettivi. La BoE si sta dimostrando un po' più aggressiva, perché l'economia nazionale continua a sorprendere con la sua capacità di recupero.
La BCE sta discutendo la sua exit strategy perché la crescita dell'economia è superiore alle attese e questo potrebbe aumentare l'inflazione nel corso del tempo. In effetti, questa tendenza verso la normalizzazione dovrebbe essere accolta con favore.

Jeremy Lawson, Capo Economista, Standard Life Investments
 


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