Cala in Italia e a livello globale la fiducia nel futuroÂ
Secondo l'Edelman Trust Barometer cresce l'incertezza: che fare per invertire la tendenza?
Viviamo in un mondo che dimostra di avere sempre meno fiducia nel futuro. Eppure il progresso tecnologico dovrebbe dire il contrario. La fotografia che emerge dalla 17ma edizione dell'Edelman Trust Barometer, la più completa indagine al mondo sulla fiducia (condotta in 28 paesi su un campione di 33.000 persone) verso media, governo, aziende, associazioni non governative) getta ombre e luce su come i manager vedano il futuro che ci attende e che tutti noi in piccola parte concorriamo a determinare.

L'indice globale Trust index ha perso 3 punti rispetto alla scorsa edizione (da 50 è passato a 47) e cala in 21 dei 28 stati esaminati dalla ricerca. L'Italia non fa eccezione anche se il nostro Paese ha perso un solo punto passando da 48 a 47 ed è secondo in Europa dopo l'Olanda, con i media e le aziende che perdono fiducia (in calo di due punti rispetto allo scorso anno) mentre migliorano la propria posizione (un punto guadagnato) associazioni non governative e governo.
Élite e opinione pubblica nel mondo (e in Italia) sono sempre più distanti: cresce ulteriormente la differenza nel grado di fiducia tra la parte del campione denominata "informed public" (un pubblico d'élite con età compresa tra i 25 e i 64 anni, alto reddito e grado d'istruzione universitario, consumatori di notizie e coinvolti nella vita economica e politica del Paese) e la "mass population" (il resto della popolazione).

Gli Stati Uniti guidano questa speciale classifica con 21 punti di differenza (+2 rispetto allo scorso anno), seguiti da Regno Unito (19, +2) e Francia (18, +2). L'Italia non fa eccezione con un gap di 14 punti che cresce di 3 rispetto alla scorsa edizione anche se le élite nel 2017 hanno un grado di fiducia maggiore di 3 punti rispetto allo scorso anno.
Su scala globale la fiducia cala per tutte le singole categorie esaminate, con i media che scendono di ben 5 punti rispetto allo scorso anno. Tuttavia, quello che deve spingere a riflettere, è il crollo della fiducia nei confronti degli amministratori delegati che su scala globale perdono ben 12 punti (10 in Italia). Una crisi notevole se si pensa che in Italia solo il 28% del campione pensa che gli amministratori delegati siano credibili (al di sotto della media globale del 37%) con i rappresentanti delle istituzioni credibili per il 30% del campione, in linea con la media globale ma in calo di 6 punti rispetto all'anno precedente. Contrariamente, 60% del campione si fida di "una persona come loro" - allo stesso livello di un esperto o di un accademico. E l'Italia non si discosta dalla media mondiale: 56% "le persone come te", 53% gli accademici.
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