PMI: in aumento il rischio di cyberattacchi
Secondo uno studio di Zurich, in Italia furti di dati dei clienti (20.5%) e interruzione del business (18.5%) sono fra i principali timori Le PMI italiane sono il tessuto fondamentale dell'economia del nostro Paese. La banda larga, la diffusione di internet e
Le PMI italiane sono il tessuto fondamentale dell'economia del nostro Paese. La banda larga, la diffusione di internet e l'eCommerce sono state un volano di espansione, ma allo stesso tempo, anche un crescente aumento delle potenzialità di rischi ad essi connessi.
In quest'ottica, Zurich ha presentato i risultati della IV indagine internazionale sul rischio di attacchi informatici su un campione di oltre 2.600 Piccole e Medie Imprese in 13 paesi del mondo in Europa, America e Asia-Pacifico.
A livello globale dalla ricerca emerge come sia in forte crescita la consapevolezza delle PMI nei confronti dei rischi informatici. Solo il 10% delle imprese ritiene di non essere abbastanza grande per poter cadere nella rete di hacker informatici, percentuale in netta diminuzione rispetto al 2015, quando raggiungeva quota 17%.

Furti di dati dei clienti (27%) e rischi legati alla reputazione aziendale (20%) sono i maggiori timori connessi al cybercrime, seguiti da furti di denaro (15%), interruzione del business (15%) e appropriazione dolosa dell'identità (12%).
Solo il 5% delle PMI ritiene di avere implementato sistemi IT in grado di far fronte a minacce informatiche, in diminuzione rispetto al 2015, quando si attestava all'8%.
Scenario italiano
La sicurezza informatica sta diventando una tematica sempre più importante e attuale per le aziende anche in Italia.
Nel 2016 il nostro Paese ha prodotto il Framework Nazionale di Cyber Security e nella legge di Stabilità 2016 è stato previsto un fondo per il potenziamento degli interventi e delle dotazioni strumentali in materia di protezione cibernetica e di sicurezza informatica nazionale, con una dotazione finanziaria di 150 milioni di euro per l'anno 2016.