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16/11/2016

economia

Giappone: fine anno con molte incognite

Koll (WisdomTree Japan): dal programma di spesa fiscale record di Abe alla crescita della domanda interna, dai maggiori redditi famigliari fino al momentum degli utili aziendali

Le previsioni per gli attivi rischiosi nipponici - azionario e immobiliare - iniziano a migliorare e, tra adesso e la fine dell'anno, ci aspettiamo sviluppi positivi dalla forchetta relativamente ridotta entro la quale si sono mosse le transazioni azionarie da metà luglio in avanti, ossia tra 1.270 e 1.350 per il TOPIX (Bloomberg).
Nello specifico, riteniamo che alcune forze interne faranno mutare "i venti" da sfavorevoli a favorevoli. Vediamo quali sono in ambito economico e rispetto al mercato azionario. Partiamo dall'economia.
1) La politica sostiene la crescita, adottando stimoli fiscali su larga scala sostanziati dal solido supporto monetario.
Il Primo ministro Shinzo Abe e il suo gabinetto hanno approvato un programma di spesa fiscale del valore record di 28mila miliardi di yen - quasi il 6% del PIL - da attuare nei prossimi 12-24 mesi (Bloomberg). Anche se non tutto il programma è destinato ad alimentare la domanda aggregata, l'effetto netto dovrebbe comunque fornire, nei prossimi 12 mesi, un impulso di circa lo 0,7-1% alla domanda interna. Da ottobre/novembre dovrebbero cominciare ad apparire i primi concreti segnali di miglioramento dei dati dovuti agli effetti positivi dell'espansione fiscale.

Inoltre, i negoziati sul budget per il 2017 - inizio previsto verso fine ottobre- dovrebbero comprovare ulteriormente il saldo impegno del "Team Abe" sul fronte degli sgravi fiscali. Nello specifico, sono stati inseriti in agenda i tagli alle imposte per le famiglie a doppio reddito.
2) Emerge con sempre maggiore chiarezza l'inversione di tendenza della domanda interna, trainata da una graduale ma positiva inversione del trend degli investimenti aziendali.
Fino ad oggi, gli investimenti aziendali hanno palesemente rappresentato l'anello mancante dell'Abenomics, ma la situazione è in fase di cambiamento grazie ad un'accelerata "intensificazione del capitale". La rigidità del mercato del lavoro sta spingendo verso le aziende a più alta intensità di capitale tra le piccole e medie imprese. La rivoluzione Fintech inizia ad incoraggiare un incremento delle spese da parte delle imprese finanziarie e logistiche nipponiche; si assiste inoltre ad un aumento della domanda per la sostituzione dei macchinari datati, mentre le piccole e medie imprese traggono vantaggio da costi di finanziamento ai minimi.
3) I rigidi mercati del lavoro cominciano a rafforzare il "potere d'acquisto della gente": sia il reddito nominale che quello reale sono in crescita.


La rigidità del mercato del lavoro inizia a promuovere non solo una positiva crescita dei salari - i salari nominali sono in rialzo di circa il 2%, più o meno il doppio rispetto a dodici mesi fa; ma anche il miglioramento della qualità dei posti di lavoro - l'occupazione a tempo pieno segna un aumento per la prima volta negli ultimi vent'anni (Fonte: statistiche pubblicate dalla Banca del Giappone). L'effetto netto rappresenta una stabile inversione sia per il reddito nominale che per quello reale. Fattore di rilievo, non si tratta di un fenomeno ciclico ma strutturale, dovuto all'ineluttabile traiettoria demografica del Paese del Sol Levante. In questo caso il nostro indicatore favorito è l'immobiliare residenziale, settore che ha registrato una costante ripresa negli ultimi sei mesi.

Mercato azionario

1) Valutazioni interessanti supportate dal chiaro impegno ad una migliore gestione del capitale, ossia crescita dei dividendi e riacquisto dei titoli azionari.
Nonostante un primo anno di ricorrente crescita negativa dei profitti dal 2012 - si prevede infatti un declino dei profitti pari al 10% per il primo trimestre del 2017 - le società continuano a rialzare i dividendi e ad incrementare i riacquisti di azioni.


Il concreto impegno verso una migliore gestione del capitale rappresenta a nostro avviso uno degli elementi più vantaggiosi per il Giappone. Se, come sospettiamo, la prossima stagione di risultati aziendali apporterà nuovi aumenti dei dividendi e dei riacquisti di azioni, ciò potrebbe, secondo noi, spingere ad un concreto rialzo il segmento azionario nipponico (si ricorda che la stagione dei risultati comincia a fine ottobre).
2) Il momentum delle revisioni degli utili dovrebbe subire una flessione positiva poiché le imprese hanno corretto le stime sui cambi.
Il traino negativo dell'apprezzamento dello Yen si riflette ora sulle proiezioni per gli utili aziendali. Ad esempio, le principali case automobilistiche nipponiche prevedono un budget medio di Y100/USD per il primo trimestre del 2017. Inoltre, il crollo dei prezzi di commodity ed energia ha indotto a drastiche revisioni al ribasso da parte delle società di trading - un elemento negativo ormai concluso. In aggiunta, anche l'influenza sfavorevole esercitata sugli utili bancari dalla politica dei tassi d'interesse negativi (NIRP) della BoJ ha oggi superato il picco. Ciò detto, ipotizziamo che il momentum delle revisioni degli utili migliori nel corso dei prossimi mesi.



3) Gli istituti bancari in particolare, i finanziari in generale, beneficeranno probabilmente dell'impegno della BoJ ad irripidire la curva dei rendimenti.
La Banca del Giappone ha cambiato strategia per invertire la politica nei confronti delle banche. Il nuovo quadro adottato a settembre tenta esplicitamente di promuovere una curva dei rendimenti più ripida, elemento che a sua volta dovrebbe rivelarsi propizio ai margini di profitto delle banche e di altri istituti finanziari. A ciò si aggiungano i risvolti positivi del ciclo delle spese in conto capitale e le banche e i finanziari appaiono destinati a classificarsi tra i settori più performanti del Giappone.

I rischi principali di questa view sono, a nostro avviso, duplici:
1) L'aumento dei redditi delle famiglie - derivante sia dall'incremento dei trasferimenti fiscali che dalla crescita dell'occupazione nel settore privato - potrebbe finire con l'incentivare più i risparmi che le spese.
2) Un tracollo del dollaro USA, cioè crescenti timori di una recessione degli Stati Uniti nel 2017.

Jesper Koll, Head of WisdomTree Japan

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