"seconda linea" per sub-appalti e sub-forniture), ma anche il design e la moda made in Italy (apprezzatissimi in Iran ma che ancora scontano la competizione del grey market, con evidenti problematiche di brand equity e di pricing strategy).
I rischi che si incontrano
Sebbene le premesse consentano un approccio entusiasta, non bisogna tuttavia dimenticare che l'Iran, al pari di ogni altro Paese, presenta delle proprie complessità e alcune criticità.
Il report della World Bank relativo alla facilità di intraprendere business in Iran analizza una molteplicità di aspetti e posiziona il paese centodiciannovesimo su 189. Tra i principali problemi si riscontrano l'elevata percezione della corruzione (il corruption index di Transparency International colloca l'Iran alla posizione 130 su 168), la complessità dell'apparato burocratico, l'influenza (ossia il controllo diretto o indiretto) dei servizi di sicurezza su molte società iraniane, l'elevata inflazione (che oggi si attestata attorno all'8%), il controllo dei prezzi attraverso particolari politiche di incentivi pubblici, la carenza di infrastrutture e, naturalmente, il rischio politico determinato dall'incertezza sulla stabilità e sul futuro delle sanzioni ancora "in place".
Per quanto attiene a quest'ultimo punto buona parte delle insicurezze ruotano attorno all'imprevedibilità dei prossimi appuntamenti elettorali, sia domestici sia internazionali.
A maggio 2017 si terranno le elezioni per il possibile rinnovo del mandato a Rohani (considerato probabile in quanto favorito e sostenuto dalla prassi del doppio turno, ma comunque incerto) e, prima di allora, a novembre 2016, le elezioni presidenziali USA, sulle cui conseguenze nessuno sembra in grado di prendere posizione. Se da un lato Mr.
Trump ha dichiarato apertamente di voler rimettere mano agli accordi conclusi per la sospensione delle sanzioni e dall'altro, invece, Ms.
Clinton non sembra volersi porre posizione di rottura con la precedente amministrazione Obama - artefice del JCPOA - , non può tuttavia trascurarsi che la Russia si sia negli anni molto avvicinata all'Iran e che ciò potrebbe determinare una complessa gestione delle relazioni internazionali, anche da parte di un eventuale governo democratico.
La problematica del sistema finanziario internazionale
Ma il punto cruciale della complessità resta la gestione dei rapporti con gli istituti di credito e dunque la difficoltà per le imprese di accedere ai finanziamenti e di gestire le transazioni bancarie.
Sebbene il settore finanziario rientri tra quelli per cui si è immediatamente proceduto alla sospensione delle sanzioni e gli istituti di credito stranieri possano tornare ad operare in Iran, di fatto nessuna banca estera ha riaperto nel Paese.
Di più, buona parte degli istituti di credito internazionali è ancora fortemente restia a concedere finanziamenti per timore di violare accordi stipulati con gli Stati Uniti e l'Office of Foreign Assets Control, l'agenzia del Tesoro americano, e ritrovarsi per ciò sanzionata.
Infatti, ad oggi, la libera circolazione di capitali con l'Iran incontra il limite dell'esclusione dalle transazioni di controparti USA e dell'impossibilità che le transazioni medesime vedano la partecipazione (ovvero l'intermediazione) di banche statunitensi o si rivolgano a (o coinvolgano) soggetti (società o persone fisiche) sanzionati. D'altra parte anche il sistema di credito iraniano sconta una forte frammentazione a livello regolatorio e la banca centrale fatica a garantire la tempestiva ed omogenea applicazione delle proprie direttive.
Buona parte delle banche iraniane sono state reintegrate nel sistema Swift e tuttavia permangono delle criticità legate all'utilizzo delle infrastrutture, ossia degli swift accounts e dei relativi software.
Come approcciare il mercato
In questo quadro un'attenta attività di analisi del mercato e scouting delle opportunità nonché una puntuale assistenza legale e fiscale diventano la chiave per ogni iniziativa imprenditoriale che voglia candidarsi al successo.
Da una parte, infatti, è necessario acquisire informazioni precise sul segmento di mercato di riferimento, analizzare i dati marco-economici rilevanti (crescita demografica, inflazione, andamento del PIL, ecc.) al fine di prevederne gli sviluppi e individuare i partner iraniani più affidabili (soprattutto qualora si decida di approcciare il mercato non direttamente, ma attraverso distributori locali ovvero con il supporto di soggetti basati in altri Paesi dell'area mediorientale, quali UAE o Turchia); dall'altra uno studio preliminare (per es.
una vera e propria due diligence) sulla compliance del business rispetto al regime sanzionatorio ancora in vigore, ossia rispetto al coinvolgimento di soggetti (persone fisiche e/o giuridiche) sanzionati, riveste fondamentale importanza, anche - come detto - per la possibilità di accedere al credito.
Ulteriori aspetti riguardano la non agevole strutturazione finanziaria delle diverse operazioni, la tutela dei diritti di proprietà intellettuale (tema molto rilevante tanto per chi commercializza prodotti made in, quanto per chi esporta tecnologia) e la gestione dei rapporti con il fisco (soprattutto per quanto attiene al rischio di doppia imposizione e al pagamento degli ingenti dazi doganali alle importazioni).
Valerio Rugge, avvocato, Head of Italian desk RÖDL&PARTNER, Teheran
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