Brexit Blues: un'ondata di insoddisfazione
Boye (Saxo Bank): la rivolta populista non finirà con il voto in Gran Bretagna. L'insoddisfazione delle masse risale al 2007-2008.
Il rialzo dei tassi è decisamente congelato
Con un esito del referendum del tutto inaspettato, l'elettorato britannico ha deciso di abbandonare l'Unione Europea sconvolgendo la classe politica e creando il panico nei mercati finanziari.
Inoltre, la reazione è stata sicuramente ingigantita dal fatto che la maggior parte dei bookmaker e degli opinionisti (e, stando a quel che si dice, anche dello stesso Boris Johnson), dava per scontato il permanere del Regno Unito fino a pochi minuti prima che i primi risultati ufficiali fossero annunciati.

Questo esito sorprendente è sicuramente stato sostenuto da una repulsione diffusa nei confronti della politica e della classe dirigente in genere.
In quanto tale, questa decisione potrebbe potenzialmente produrre un impatto molto più ampio per il futuro economico e politico di diverse nazioni europee.
Basti pensare ai cicli elettorali che si terranno in Germania, Francia, probabilmente anche in Italia e nello stesso Regno Unito (senza considerare le elezioni americane del prossimo novembre).
Questa opinione diffusa sta ampliando le proprie radici all'indomani delle crisi finanziare in cui i contribuenti hanno dovuto pagare il conto per il caos creato in primo luogo da avidi banchieri a piede libero e, in secondo luogo, dalle banche centrali e dalla politica, che continuano ad arrancare in una situazione di crescita economica drammaticamente lenta.
Inoltre, bisogna considerare che l'attuale crisi dell'immigrazione e le sempre più forti forze della globalizzazione stanno creando una minaccia crescente al sistema di welfare europeo.
Politica più che economia
Mentre la risposta politica è soggetta ad una forte speculazione (ed incertezza), pensiamo che ci sia un interesse comune nel trovare una soluzione pacifica che lascerà intatti i principali accordi commerciali tra UK e Unione Europea.
La risposta economica da parte delle banche centrali, tuttavia, è ancora più interessante dal punto di vista degli investitori.
Innanzitutto, il prossimo aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Rerserve è stato posticipato a data da definirsi, come anticipato dagli investitori, con addirittura un possibile taglio dei tassi prezzato con maggiore probabilità durante i prossimi tre incontri a Washington.