Il sistema di trasferimento denaro tramite smartphone non sarà solo tra privati, ma consentirà di pagare retailer, professionisti e Pubblica Amministrazione. L'obiettivo è la grande diffusione di questo metodo con la sicurezza del mondo bancario e la semplicità del mondo internet
E' sulla vetrina di quasi tutte le banche ed è destinato a diventare uno dei metodi di pagamento più utilizzato dagli italiani e a livello internazionale.
Parliamo di Jiffy, uno strumento che consente il trasferimento istantaneo di soldi, oggi tra privati, ma a breve con la PA, negozi e professionisti.
Ne abbiamo parlato con Nicolò Romani, Head of Innovation Lab di SIA.
Ci può illustrare la tipologia e le peculiarità del servizio Jiffy?

Jiffy è un servizio che permette alle banche di fornire ai propri clienti una modalità di pagamento molto vicina all'utilizzo dei social network.
I clienti delle banche utilizzano il proprio cellulare, attraverso la rubrica telefonica - un po' come si fa con WhatsApp - per scambiarsi denaro in tempo reale tramite il servizio Jiffy.
Siamo abituati ad aver i nostri soldi su un conto corrente e questo richiede del tempo per spostare denaro, tipicamente attraverso il bonifico, che necessita almeno di un giorno di tempo per aver effetto.
Grazie a Jiffy è possibile, molto semplicemente, trasferire dei soldi identificando immediatamente l'interlocutore attraverso il numero di telefono della rubrica.
Questo è l'oggi.
Entro poche settimane, sicuramente prima dell'estate, sarà possibile con la stessa semplicità pagare un negozio, un libero professionista (un idraulico o un imbianchino che vengono a casa per effettuare un lavoro) oppure la Pubblica Amministrazione.
Questi tre servizi vengono chiamati P2P per il trasferimento di denaro tra privati cittadini, P2B per quelli verso un negozio o un professionista, P2G per i pagamenti alla Pubblica Amministrazione.
Tutto ciò si inquadra in una evoluzione e anche in un aggiornamento produttivo che stanno facendo le banche nell'ottica di una digital transformation importante, in cui oggi tutto è in tempo reale e quindi anche il conto corrente ha acquisito la velocità del real time e la semplicità tipica di WhatsaApp.
Ci sono delle limitazioni ai trasferimenti?
Certamente.
Accedendo direttamente al conto corrente è impotante avere dei limiti a protezione, così come avviene per le carte.
C'è quindi un tetto al singolo trasferimento di denaro con un Jiffy di 250 euro, e un limite mensile di spesa pari a 2500 euro.
Sono limiti cui noi cittadini italiani siamo abbastanza abituati, poichè sono quelli propri del circuito Bancomat.
Qual è la sua penetrazione nel mercato in Italia?
Partiano dal nostro Paese.
Noi siamo veramente orgogliosi di come il settore bancario abbia aderito all'iniziativa di Jiffy.
Ricordiamo che questa è partita da UbiBanca (che ha messo a punto il servizio insieme a SIA), la quale ha sviluppato un progetto verticale della propria banca, seguendo l'esempio inglese del servizio Pingit della Barclays.
Poi, UbibBanca ha intuito che il successo di queste inziative è più probabile se diventano di sistema, e quindi ha aperto ha aperto il proprio servizio - grazie a SIA - a tutte le banche.
Il sistema bancario ha quindi portato la propria attenzione su un servizio unico interoperabile, magari bloccando iniziative proprie già allo studio di servizi verticali.
E questo ci rende fieri.
Attualmente hanno aderito al servizio Jiffy circa 50 banche, in rappresentanza dei principali 23 gruppi bancari, che corrispondono a circa l'80% dei conti correnti in Italia.
Adesso le banche sono impegnate nella diffusione presso la propria clientela e favorirne l'utilizzo.
Ad oggi gli utenti in Italia hanno superato i 300 mila e la crescita è molto veloce.
Vi siete posti degli obiettivi?
L'obiettivo è la somma degli obiettivi delle singole banche.