Le nuove forme di vita del diritto
Il libro "Le Linee Guida e le leggi" di Vittorio Italia spiega cone queste norme speciali si inseriscono nella legislazione per problematiche sulle quali non si è ancora pronunciata la giurisprudenza, con un primo inquadramento sistematico a queste nuove fonti del diritto
L'evoluzione è un concetto insito nel diritto. Non solo nel senso di successione nel tempo di norme, spesso evolutive, ma anche nel genere delle norme stesse.
Un esempio su tutti è quello delle Linee Guida, le nuove forme delle regole normative del nostro tempo. A questo genus di norme si è dedicato con la consueta chiarezza e capacità d'analisi Vittorio Italia nel suo scritto Le Linee Guida e le leggi, edito da Giuffrè Editore.

Italia ricorda come le Linee guida non hanno la forma delle leggi, hanno un'efficacia minore di esse, ma stabiliscono dei vincoli giuridici nei confronti di altre norme e di atti di Enti ed organi che operano nella materia nella quale tali Linee si inseriscono.
Le Linee Guida appartengono alle regole speciali vincolanti del nostro tempo in determinati settori, nei quali assumono particolare rilievo quelli degli appalti pubblici. La presenza delle Linee Guida nel vigente sistema normativo conferma l'insufficienza delle leggi e dei regolamenti a dare una rigorosa disciplina a determinati rapporti economici, e la necessità della loro integrazione mediante forme nuove di regole normative.
L'aspetto caratteristico delle Linee Guida è la loro specialità. Esse sono norme speciali, la loro specialità è declinata in sfaccettature diverse, dipendenti dalle materie in cui le Linee Guida si inseriscono. Tale declinazione comporta problemi e soluzioni nuove, sui quali non si è ancora pronunciata la giurisprudenza, e le presenti pagine intendono dare un primo inquadramento sistematico a queste nuove fonti del diritto. Le Linee Guida testimoniano che nel vigente sistema normativo permane, assieme al rapporto di gerarchia, il rapporto di generalità e specialità, che si esprime in varie forme, vincoli, e modalità. Questi rapporti consentono di inquadrare e di risolvere molti problemi del diritto, e non solo di esso. Abbiamo intervistato l'autore.

Il nuovo codice degli appalti e le linee guida: un giudizio positivo?
Il mio è un giudizio ampiamente positivo, per i tre punti di riferimento: concorrenza, trasparenza e pubblicità. Sono state eliminate molte possibilità di "imbrogli", quale ad esempio il criterio di scelta sulla base del "massimo ribasso". Questo criterio consentiva, una volta aggiudicato l'appalto, di aumentarne il costo complessivo con varianti o con "lievitazione" dei costi. Il Codice (art. 97) stabilisce ora, come regola generale, la valutazione sulla base della "congruità, serietà, sostenibilità e realizzabilità dell'offerta", ed è previsto il criterio del "massimo ribasso" per appalti inferiori ad un milione di euro.
Questo nuovo Codice semplificherà la vita delle imprese, specie quelle piccole, che devono gestire questo strumento?
Certamente. Già la legge di delega (art. 1, comma 1, lettere zz) e bbb)) aveva stabilito, per le piccole e medie imprese e tra i princìpi e criteri direttivi, "il miglioramento delle condizioni di accesso al mercato degli appalti pubblici". È stata ora prevista la "suddivisione" in "lotti", al fine di agevolare le "dimensioni" di gara e garantire l'effettiva partecipazione alle gare. Sono state poi previste "misure premiali", nonché la possibilità di utilizzo, anche parziale, di manodopera e personale che si trova nel territorio dell'amministrazione aggiudicatrice, o che era già impiegato nel medesimo appalto. Questi princìpi e criteri direttivi della legge di delega sono stati sviluppati, in modo - a mio giudizio positivo - nel Codice degli appalti agli articoli 44 ss., 50 e 51.
BusinessCommunity.it - Supplemento a G.C. e t. - Reg. Trib. Milano n. 431 del 19/7/97
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