"Mentre la Fed ha avviato misure di inasprimento monetario, che dovrebbero essere piuttosto graduali e moderate, la Bce continuerà a mantenere un approccio accomodante nel 2016.
La Bce estenderà il suo programma di Qe per dissipare eventuali incertezze tra gli attori economici", ha proseguito Waechter.
Le politiche monetarie divergenti rafforzeranno la ritirata dell'euro nei confronti del dollaro.
"Traendo benefici dalla politica proattiva della Bce, unitamente ai bassi prezzi del petrolio, la zona euro si troverà nel 2016 nella posizione migliore per sincronizzare il ciclo economico: ecco dove prevediamo che aumenterà la crescita", ha aggiunto Waechter.
Pertanto, gli investitori alla ricerca di rendimenti superiori dovranno essere molto selettivi.
Ciò è particolarmente vero per il debito sovrano.
"Occorre sapere come prendere rischi calcolati e condurre una valutazione approfondita di ciascun paese", ha dichiarato Kobar.
"Ad esempio, occorre prendere in considerazione la forte correlazione tra il debito tedesco e quello statunitense.
Nei Paesi limitrofi, il debito italiano e quello spagnolo dovrebbero migliorare a fronte del programma della Bce, sebbene l'Italia goda del vantaggio di una maggiore liquidità".
Nella ricerca di rendimenti superiori nel reddito fisso, esiste poi un'alternativa: sapere come assumere rischi calcolati nel mercato del credito.
"Gli Asset Backed Securities (ABS) presentano un notevole vantaggio in quanto espongono l'investitore a tassi variabili," ha spiegato.
"Per gli investitori con un forte appetito per il rischio, le obbligazioni high-yield e altri tipi di titoli di debito subordinato come i coco bond' o i leveraged loan' possono offrire rendimenti potenziali superiori", ha aggiunto Kobar.
Azioni europee: un anno promettente per gli stock picker
ll 2016 potrebbe essere un altro anno favorevole per gli stock picker.
"Attualmente ci concentriamo su temi e settori d'investimento che sfruttano i vantaggi dei bassi tassi di interesse.
Questi comprendono aziende con solidi bilanci che pagano dividendi ai propri azionisti, titoli che potrebbero essere oggetto di fusioni ed acquisizioni, titoli difensivi di aziende che generano notevoli flussi di cassa positivi (nel settore farmaceutico, immobiliare, delle telecomunicazioni) nonché i settori influenzati positivamente dal crollo delle materie prime.
Ad esempio, l'industria automobilistica beneficia sia direttamente, poiché paga meno per l'acciaio e la plastica, sia indirettamente poiché i minori tassi di interesse sui prestiti e i prezzi più bassi del petrolio aumentano il potere d'acquisto dei consumatori", ha dichiarato Yves Maillot, Head of European Equities di Natixis Asset Management.
Le società a media capitalizzazione sono anch'esse andate piuttosto bene recentemente.
Il CAC Mid & Small Index ha nettamente sovraperformato il CAC 40 nell'ultimo triennio.
E' probabile che il potenziale delle mid-cap non sia stato ancora totalmente sfruttato.
"Le statistiche statunitensi del periodo 1950-2014 mostrano che le mid-cap hanno sovraperformato le large-cap del 2,9% all'anno in media.
Attualmente le mid-cap non offrono alcun premium sebbene il loro tasso di crescita sia superiore", ha sottolineato Maillot.
Asset allocation: le scelte migliori sono le azioni europee e le obbligazioni americane con tassi d'interesse a lungo termine
E' consigliabile che la costruzione del portafoglio rimanga selettiva nel 2016 poiché le due asset class principali - azioni ed obbligazioni - sono prezzate a livelli piuttosto alti.
"La nostra asset allocation si basa più su scelte relative che su scelte direzionali", ha spiegato Franck Nicolas, Head of Investment & Clients Solutions di Natixis Asset Management.
"In termini di reddito fisso, ci concentriamo sulle obbligazioni USA e sul segmento lungo della curva dei rendimenti, che è meno sensibile alle misure previste di inasprimento monetario nonché più redditizio rispetto al suo omologo europeo.
Quanto alle azioni, preferiamo titoli europei rispetto a quelli statunitensi.
Assumiamo inoltre rischi calcolati su alcune azioni giapponesi.
Continuiamo ad evitare i mercati emergenti che non sono stati in grado di dare un forte impulso alla crescita nonostante il notevole sconto dei titoli azionari dopo aver sottoperformato per diversi anni di fila", ha concluso Nicolas.
Se l'articolo ti è piaciuto, condividilo con gli amici e colleghi