Un bilancio del 2015 per intuire l'anno che verra'
Allegri (Ambrosetti AM): i temi non sono cambiati rispetto a 12 mesi fa. Vedremo un panorama di obbligazioni a rischio, azionari in discreta salute e tensioni valutarie da non sottovalutare
La dinamica incerta dei mercati nel mese di dicembre riassume verosimilmente quanto visto nel corso dell'intero anno con l'alternarsi di fasi positive e negative che alla fine ci fanno archiviare con un "nulla di fatto" il 2015.
L'attualità finanziaria è stata ancora dominata dal crollo del prezzo del petrolio, causa di ulteriore instabilità in un contesto macroeconomico in fase di miglioramento ma ancora caratterizzato da forti distinzioni tra le diverse macro-aree.

Il ciclo è sostenuto negli USA con dati incoraggianti tali da permettere la tanto "attesa" inversione della politica monetaria da parte della Fed, ma la situazione di Europa e Giappone resta invece più arretrata con un recupero reale che tarda ed un forte ancoraggio del ciclo economico alle politiche espansive delle rispettive banche centrali.
Restano infine più alte le preoccupazioni per le economie emergenti, sofferenti per il crollo del prezzo delle materie prime e per le prospettive di rialzo tassi in USA.
Venendo ai risultati, dicembre ha consegnato performance negative sugli azionari (-2.17% MSCI-W-LC), in particolare in area Euro (-6.8%), inquadrate in un trimestre comunque di importante recupero che chiude un 2015 sui mercati caratterizzato da risultati decisamente variegati e da una significativa selettività tra borse vincenti e perdenti.