Serve nuovo carburante per il recupero delle borse
Carcaterra (ANIMA): Grecia, Cina e Diesel-gate hanno penalizzato in generale i listini. Ma dopo le correzioni, nei prossimi mesi, l'intonazione positiva della congiuntura potrà sostenere una parziale ripresa dei mercati.
La volatilità resta comunque ancora su livelli alti
Dopo la crisi greca e quella cinese che hanno segnato l'estate, l'autunno si è aperto con l'incidente del Diesel-gate, che oltre a travolgere il colosso automobilistico Volkswagen, ha colpito l'intero settore dell'automotive e si è riverberato oltre.
Incidenti a parte, però, il quadro macroeconomico sta mostrando segnali incoraggianti: basti citare gli ultimi dati Pmi dell'Eurozona nel suo insieme e dei singoli Paesi europei; in particoalre, i numeri sulla fiducia dei consumatori in Italia, sono ai massimi da febbraio del 2002.

Anche dalla Cina sono arrivati i primi segnali di stabilizzazione, mentre sul versante dell'occupazione americana è arrivato qualche dato non proprio entusiasmante, ma neanche così negativo da innescare preoccupazioni eccessive sulla tenuta della crescita Usa; tuttavia, potrebbe dimostrarsi sufficiente per rendere meno probabile un rialzo dei tassi entro la fine del 2015, come suggerisce anche la lettura delle minute dell'ultimo meeting della Federal Reserve.
Più in dettaglio, oltre al settore automobilistico, ad essere particolarmente penalizzato nell'ultimo mese, è stato il comparto delle materie prime.
Ma le ragioni sono molto differenti: da un lato il settore minerario è sotto pressione sia per la forte esposizione alla Cina sia perché caratterizzato da un livello di debito elevato.
Il settore automobilistico, invece, come anticipato, ha fortemente risentito della frode messa a segno dal colosso Volkswagen ai danni dell'Autorità Usa che vigila sulle emissioni di CO2, attraverso un software in grado di "truccare" i risultati dei test (defeat device) sulle emissioni inquinanti, installato su milioni di veicoli diesel.

Per la legislazione americana si tratta di una violazione del Clean Air Act, la legge per le emissioni inquinanti che ha portato il governo Usa a forzare il richiamo di centinaia di migliaia di auto Volkswagen.
La società tedesca, dopo aver ammesso che i veicoli coinvolti in tutto il mondo sono oltre 10 milioni, rischia di vedersi recapitare multe e sanzioni da moltissimi Paesi in tutto il mondo, oltre ad un inevitabile danno d'immagine con risvolti e implicazioni su tutto il comparto, ancora da quantificare precisamente.