Delpino (Zurich): aumentano le opportunità. Quasi quadruplicate le PMI che investono nelle HR.
Fattori principali la riduzione dei costi (per il 34,5% delle PMI), le agevolazioni nell'accesso al credito, l'apertura verso nuovi segmenti di clientela e le novità legislative
In Italia i rischi delle PMI sono ancora legati alla crisi economica.
Fra i più temuti il calo della domanda (per il 40% delle PMI) e la forte competitività (per il 33% delle PMI).
Per contro, aumentano le opportunità di sviluppo per le aziende che investono.
Questo è quanto emerge dalla terza edizione del sondaggio internazionale di Zurich Insurance Group (Zurich), e realizzato da GFK Eurisko, sui rischi e le opportunità di un campione di 3.000 Piccole e Medie Imprese in 15 Paesi del mondo in Europa, America e Asia-Pacifico negli ultimi 12 mesi.

Scenario italiano
Nel corso dell'ultimo anno i principali timori delle PMI italiane sono legati alla congiuntura economica e alla debolezza dell'economia.
I due fattori che maggiormente preoccupano le piccole e medie imprese sono stati, in linea con il dato globale, la contrazione della domanda (40%) e un alto livello di concorrenza congiunto agli effetti del calo dei prezzi sulla marginalità (33,5%).
Questi dati, confrontati con le edizioni passate dell'indagine, fanno emergere un trend in linea con gli anni precedenti, seppur in lieve peggioramento.
A seguire, le PMI temono il rischio di incorrere in problemi legali e fiscali (17,5%) e danni all'immagine e alla reputazione (13,5%).
Rispetto agli anni passati si registra invece un aumento esponenziale delle PMI che temono rischi legati alla vulnerabilità dei sistemi tecnologici (da 0,8% nel 2013 a 8,5% nel 2015), ai crimini informatici (da 3,2% nel 2013 a 10,5% nel 2015) e alla corruzione (da 0,4 nel 2013 a 3,5% nel 2015).

Mentre la probabilità che si verifichino danni dolosi, disordini (-75%) catastrofi naturali (-50%) si abbassa rispetto all'anno scorso.
Il segnale di un rinnovato ottimismo si registra invece nella diminuzione di PMI che quest'anno non vedono nuove opportunità di sviluppo, come pure la diminuzione della percezione di rischi che possano compromettere il prosieguo dell'attività.
Circa un terzo delle PMI italiane (34,5%) vede le più grandi opportunità di sviluppo nella riduzione dei costi e delle spese, in linea con il dato globale; a seguire, il 23% delle PMI allarga l'offerta a nuovi segmenti di clientela, cogliendo anche opportunità di novità legislative e agevolazioni nell'accesso al credito.