Cercare rendite, favorire l'economia, reperire nuove risorse. Un'intervista a tutto campo per capire come si potrà evolvere il Sistema Paese
Abbiamo intervistato Ugo Loser, Amministratore Delegato di Arca SGR con lo scopo di comprendere quali sono le tendenze in atto e capire gli sviluppi futuri in seno sia agli investimenti sia al sostenimento dell'economia del Paese.
Quali sono, secondo lei le cause del mancato sviluppo delle PMI in questi anni?
Sono dovute all'effetto combinato da un lato dall'approccio all'azienda familiare e alla cultura del mantenimento del controllo, da parte della maggior parte degli imprenditori, dall'altro dalla mancanza di un'investitore istituzionale di lungo periodo che potesse fornire stabilità nei mezzi finanziari e quindi mitigare la necessità da parte delle aziende a ricorrere al credito bancario che è uno strumento tipicamente di breve periodo.

Questo non consente di pianificare investimenti o espansioni pluriennali che ci mettono lustri a dare i risultati attesi.
Quale ruolo potrebbero giocare i fondi pensione?
Gli investimenti del lungo periodo sono forniti nella quasi totalità del mondo sviluppato dei mercati finanziari dai fondi pensione, che ammontano a circa tre quarti dello stock di investimenti disponibili, e che finanziano la maggior parte dei veicoli di private equity e di fondi infrastrutturali, di fondi di venture capital, di fondi di credito in generale e di private debt; e poi per una parte non preponderante ci sono i famosi family office, che sono essenzialmente grossi patrimoni privati, quelli sopra un miliardo di euro, e infine i fondi sovrani, quindi i vari Qatar piuttosto che il fondo sovrano norvegese.
Come si evolverà il mercato del credito in Italia e in Europa alla luce delle nuove normative?
La nuova decisione di politica economica è quella di concentrare le attività del mondo bancario e del credito breve pensando al finanziamento del circolante a breve per soddisfare le necessità finanziarie delle imprese.
C'è una fortissima spinta per lo sviluppo dei mercati finanziari da parte delle imprese all'accesso diretto, quindi non intermediato da un bilancio o una banca o assicurazione. Parliamo di emissioni di titoli di debito direttamente sul mercato e della presenza nel capitale delle aziende di investitori istituzionali di medio e lungo periodo.
Di fatto, se non si hanno determinate dimensioni aziendali, diventa difficile aver credito?
Sarà molto difficile aver credito nel medio e lungo periodo perché i vincoli sui bilanci bancari sono molto importanti e stringenti.
Il catalizzatore di tutto questo è stato l'entrata in esercizio dell'AQR comprehensive assessment di fine ottobre da cui partono le decisioni attuali, come la stretta sugli aumenti di capitale (e alcuni sono ancora in corso anche nel nostro mercato), le esternazioni di qualche amministrazione delegato di qualche grosso gruppo bancario che rifocalizza l'attività bancaria verso la generazione di servizi e non di margine di interesse.
In questo senso è interessante notare la rifocalizzazione della maggior parte dei piani industriali, che sono stati annunciati con le assemblee di chiusura dei bilanci in primavera, piuttosto che con le trimestrali e semestrali che verranno adesso approvate.