I dirigenti cinesi risoluti verso il rafforzamento del renminbi
Briscoe (AllianceBernstein): i recenti avvenimenti accaduti in Cina confermano la nostra convinzione secondo cui la valuta continuerà ad apprezzarsi in maniera costante e che il Paese proseguirà il suo percorso di riforme più speditamente di quanto in tanti si aspettino
Tra coloro che criticano le politiche cinesi, molti ritengono che un deprezzamento del renminbi (RMB) sia necessario per stimolare il settore cinese delle esportazioni, altri sostengono che la moneta cinese si svaluterà comunque perché la ripresa economica americana comporterà un rafforzamento del dollaro.
In effetti, la valuta sì è già un po' svalutata di recente per questa ragione.
Noi, invece, siamo sempre più del parere che il RMB rimarrà stabile nel breve periodo, ma continuerà ad apprezzarsi nel medio e lungo termine, per tre validi motivi.

Primo, durante una recente visita a Pechino, abbiamo incontrato alti funzionari cinesi che hanno dichiarato con fermezza di non aver pianificato alcuna svalutazione del RMB o allargamento della banda di oscillazione rispetto al dollaro USA, sostenendo che non c'è bisogno di svalutare, dato il continuo buon andamento delle esportazioni se confrontato a quello degli omologhi mercati emergenti e regionali.
Inoltre, hanno sottolineato che l'apprezzamento del RMB in termini di tasso di cambio effettivo reale non ha danneggiato la competitività delle esportazioni cinesi.
Un dirigente ha ribadito che se la Cina dovesse svalutare la propria moneta, anche le economie degli altri mercati emergenti e regionali si vedrebbero costrette a svalutare, e ha aggiunto che alla base della volontà di rafforzare la valuta ci sono non solo ragioni di carattere nazionale (la necessità di importare componenti per l'industria manifatturiera cinese per aumentare la catena del valore e impedire i flussi di capitali verso valute più forti), ma anche la necessità di mantenere un RMB forte che favorisca la sua internazionalizzazione.