Continua l'aumento della propensione al rischio
van Nieuwenhuijzen (NN IP): la propensione degli investitori è in aumento (+13%) per il secondo trimestre consecutivo. Tra i principali rischi di portafoglio, una crisi dellEurozona (35%), un cigno nero (28%) e il rallentamento della Cina (25%)
Nell'ultimo trimestre, la propensione degli investitori al rischio ha continuato ad aumentare, secondo le evidenze dell'ultimo Risk Rotation Index di NN Investment Partners (in precedenza ING Investment Management).
Complessivamente, il 29,6% dei gestori partecipanti alla survey ha dichiarato che la propria propensione per il rischio è aumentata rispetto ai sei mesi precedenti, rispetto al 16,5% che ha invece dichiarato una riduzione.

Questo significa che nell'ultimo trimestre la propensione netta per il rischio è aumentata complessivamente del 13%, dopo che nell'ultimo trimestre del 2014 era stato registrato un +8,5%.
Si tratta quindi del secondo trimestre consecutivo in crescita, dopo la live flessione (-0.6%) riportata nel terzo trimestre dell'anno passato.
Valentijn van Nieuwenhuijzen, Head of Strategy, Multi-Asset at NN Investment Partners, ha dichiarato: "Dopo un leggero calo alla fine dello scorso anno, sembra che gli investitori stiano cominciando a considerare più risk friendly l'attuale contesto di mercato e quindi nei prossimi mesi ci aspettiamo di rilevare un ulteriore aumento della fiducia.
Anche se permangono alcuni elementi di rischiosità potenziale sui ritorni, i risultati della nostra survey evidenziano come il mercato guardi a questi elementi più in chiave di opportunità che di minaccia per i portafogli".

Alla richiesta di quali fossero i principali fattori di rischio, i partecipanti hanno risposto che una potenziale crisi dell'Eurozona potrebbe ancora essere l'elemento di preoccupazione più probabile, con il 35% del panel che lo considera un "rischio significativo".
Questo dato, però, è in miglioramento rispetto a quanto emerso a fine 2015, quando era ritenuto una minaccia dal 46% degli intervistati.
La minaccia di una potenziale crisi nell'Eurozona giustifica anche il fatto che le Obbligazioni dell'Europa Periferica - uno dei principali sovrappesi degli ultimi anni - siano viste con favore solo dal 4% degli intervistati nell'ambito del reddito fisso.