Una ricerca di Top Employers Institute su 600 aziende di tutto il mondo conferma i nuovi trend: flessibilità, continuità, dialogo, trasparenza. E lItalia batte tutti per velocità e adattabilità
In un mondo che richiede continui adattamenti per portare avanti e sviluppare il business, le aziende necessitano di un continuo monitoraggio interno e capacità di adattamento, e il Performance Management diventa un fattore essenziale.
Ne abbiamo parlato con Alessio Tanganelli, Regional Director Italy, Spain, Brazil of Top Employers Institute
Come è cambiato a livello internazionale il mondo del Performance Management negli ultimi anni?
È cambiato parecchio, e anche piuttosto in fretta.
Rispetto ad altri settori dell'ambito HR, il Performance Management era stato per tanti anni, se non decenni, sempre piuttosto uguale a se stesso. È sempre stato considerato, giustamente, il fulcro operativo dell'azienda, il "sistema" che congloba i processi di gestione, misurazione e controllo delle performance aziendali e come tale un totem di "verità rivelata" inattaccabile e intoccabile.

Ma l'esperienza tumultuosa di questi ultimi anni ha dimostrato che non è così, e anche il Performance Management ha dovuto svilupparsi ed evolversi per tenere il passo in un panorama economico in perenne mutamento.
Dal nostro osservatorio privilegiato di Top Employers Institute, che monitora e certifica in tutto il mondo centinaia e centinaia di aziende particolarmente innovative e ricettive ai nuovi trend del mondo HR (963 aziende certificate Top Employers nel 2015, in 99 Paesi di tutto il mondo), abbiamo rilevato le nuove tendenze ed esigenze del Performance Management.
I dati di un'approfondita indagine, che ha esaminato le politiche e le strategie di 600 aziende Top Employers, rivelano l'esigenza e la messa in atto di una trasformazione profonda, nel segno di una sempre maggiore flessibilità, continuità, dialogo e trasparenza.
Un dato su tutti spiega più di mille parole.
Il 91% delle aziende interpellate (a livello worldwide) afferma di provvedere a rivedere e modificare gli obiettivi di performance anche più di una volta nel corso dell'anno, in risposta alle mutate condizioni ed esigenze del mercato, e in Italia la percentuale è ancora più alta: il 93% delle aziende modifica gli obiettivi "in corsa", a riprova della proverbiale caratteristica tutta italiana di adeguarsi alle nuove situazioni con grandi capacità di trasformazione e adattamento.

Quali sono le principali differenze tra l'Italia e altre realtà internazionali?
I dati italiani non si discostano grandemente da quelli internazionali, le percentuali sono tutto sommato in linea.
Il dato "top" appena illustrato, il 93% di flessibilità nella revisione e modifica degli obiettivi, è superiore al 91% globale; mentre nelle altre voci e best practice esaminate, l'Italia si posiziona con dati leggermente inferiori alle medie globali, ma che riflettono comunque una profonda attenzione verso i nuovi trend del Performance Management.
Ma vediamo nel dettaglio alcune voci, con i dati italiani e mondiali a confronto.
Il riconoscimento delle performance dei dipendenti costituisce un processo continuo e formalmente definito, parte del ciclo di Performance Management, nell'85% delle aziende italiane, a fronte di un dato mondiale del 90%.
Sempre in questo ambito, possiamo vedere che le performance dei dipendenti vengono valutate con continuità nell'80% delle aziende italiane, solo due punti in percentuale in meno rispetto ai dati worldwide (82%).
Ancora un dato relativo alle valutazioni: nel 63% delle aziende italiane, ai fini della valutazione complessiva, si prendono in considerazione gli input dei dipendenti, a livello mondiale la percentuale sale al 67.
E sempre riguardo agli obiettivi, l'80% delle aziende italiane adotta un metodo di assegnazione degli obiettivi in cascata per garantire che gli obiettivi di performance individuali siano in linea con la strategia organizzativa, a livello globale la percentuale registra un importante 91%.
La vostra ricerca ha identificato quattro Key Trends per il futuro: flessibilità, continuità, dialogo, trasparenza.
Potrebbe spiegarli, almeno per l'Italia, alla luce dei dati rilevati?