L'intermediatore opera nell'interesse dell'azienda-cliente, e anche se gran parte del mercato assicurativo è concentrato sull'RC Auto, sono molti i vantaggi che la consulenza può offrire alle imprese italiane. A partire dai rapporti con la banca
In Italia abbiamo una cultura assicurativa abbastanza scarsa, specialmente tra le PMI, complici insufficiente comprensibilità delle polizze, sensibiltà sulla materia e indifferenza delle banche. Eppure ci sarebbe molto da fare, specialmente in tema di responsabilità civile conto terzi. Ne abbiamo parlato con Carlo Marietti Andreani, presidente di AIBA (Associazione Italiana Brokers di Assicurazioni e Riassicurazioni).
Cosa differenzia un broker da un'agente assicurativo?
C'è una differenza macroscopica, anche se non sempre immediatamente avvertita: l'agente opera su un mandato, normalmente con rappresentanza, da parte di una compagnia di assicurazioni. Il broker opera su un mandato, normalmente senza rappresentanza (talvolta si), conferito dal cliente. Quindi sul mercato ci sono due tipologie di intermediazione, di pari nobiltà, ma che si differenziano perchè l'agente di assicurazione opera per conto di una o più compagnie di assicurazione identificate; mentre il broker opera per conto del cliente, senza vincolo alcuno con gli assicuratori, ed è libero di negoziare ipotesi assicurative con interi mercati autorizzati. Nel caso di un broker italiano, all'interno della Comunità europea.

Come valuta l'andamento del comparto?
Storicamente in Italia il broker ha una clientela rappresentata prevalentemente da aziende, con un grande impatto della PMI. Quest'ultima è in questa fase molto negativamente condizionata dalla congiuntura economica, e quindi anche il broker ne risente.
Quali sono i benefici per un'azienda che si affida a un broker?
Credo che il beneficio più significativo sia rappresentato dall'ampiezza dei possibili interlocutori assicurativi che il broker raggiunge. Tramite la sua attività il cliente acquisisce l'accesso a un dialogo diretto con tutto il mercato assicurativo, nessuno escluso. E questo credo sia uno dei vantaggi più significativi.
Quali sono le polizze più richieste?
In Italia la risposta è facile poichè ci sono delle coperture di carattere obbligatorio. La regina di queste, spesso al centro di un'attenzione spasmodica, è l'RC auto, che da sola copre circa il 60-70% dell'intero mercato del ramo danni, quindi escluso il ramo vita. A livello aziende ci sono poi altre coperture assicurative obbligatorie, figlie di contratti nazionali collettivi di lavoro. Mi riferisco, per esempio, ad alcune coperture di infortunio per i dirigenti, ma gli esempi sono molti.
C'è a mio parere una consapevolezza non sufficientemente diffusa verso le problematiche della responsabilità civile verso terzi, che invece, a giudizio del broker, è un comparto che richiederebbe molta attenzione. Per una considerazione abbastanza semplice: mentre in un danno "property" (che colpiscono cose di proprietà o nella disponibilità dell'assicurato) è possibile immaginare e quantificare la dimensione economica di un possibile danno, cioè nel caso di un'azienda posso immaginare costo di rimpiazzo di un macchinario, ben più difficile è ipotizzare la quantificazione economica di un danno verso terzi. E l'incertezza è il presupposto logico che suggerisce di far ricorso ad uno strumento assicurativo. Il problema della diffusione delle coperture è molto condizionato dalla consapevolezza e dalla conoscenza dello strumento. I danni sono caratterizzati da due variabili semplici: la frequenza e la dimensione economica. Tipicamente oggetto di una copertura assicurativa dovrebbe essere il danno di scarsa frequenza e di grande impatto economico, cioè la situazione da dover affrontare con le spalle coperte.
Per l'Italia l'export è un fattore fondamentale. Quali tipologie di strategie di consulenza offre il broker alle imprese che operano sui mercati esteri?
Il broker ha un ventaglio di responsabilità operative nei confronti di un cliente. La prima riguarda la movimentazione delle merci, in cui occorre valutare con attenzione quali strumenti adottare e a chi imputare certi oneri di copertura assicurativa. C'è poi una riflessione sulle eventuali coperture obbligatorie nei Paesi coinvolti dall'import o export. C'è tutto il fronte dell'assicurazione eventuale del credito commerciale, che ha delle sue specificità. L'importante è che il broker sia in grado di assistere il cliente nel coordinare le coperture proprie con quelle dell'interlocutore, che spesso possono essere più di uno, specialmente in presenza di spedizionieri o vettori con regole e normative locali, che costituiscono le variabili da coordinare.
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