Europa: patto di non concorrenza
Kelly (Standard Life Inv.): nonostante i passi positivi verso il riequilibrio di produttività nella zona euro, ci vuole ancora un grande impegno per affrontare in modo adeguato i differenziali di competitività
I trend nella produttività dell'Eurozona sono stati discontinui.
A partire dalla crisi finanziaria del 2008-2009, l'Eurozona ha visto una ripresa moderata del 4% nella produttività totale dei fattori (Total Factor Productivity, TFP).
Tuttavia c'è stata una significativa divergenza nella forza della produttività tra gli stati membri che non necessariamente replica le percezioni di una ripresa economica più generale.
In particolare, mentre la produttività è crollata a livello globale durante la crisi, la gravità della situazione non è stata uguale per tutti i Paesi, con Spagna e Portogallo a subire i cali minori in termini di TFP rispetto alla Germania o alla Francia.

È interessante notare come la crescita del TFP in Irlanda e Grecia abbia superato la media dell'Eurozona nell'intensificarsi della crisi finanziaria, mentre il divario è aumentato in seguito.
L'Irlanda risalta con un TFP relativamente alto, mentre la Grecia ha sofferto un calo più profondo e prolungato, che solo negli ultimi due anni ha iniziato a correggersi.
Mario Draghi ha più volte sottolineato l'importanza delle riforme strutturali per sostenere qualsiasi ripresa economica, anche sulla scia di una spinta ciclica.
Le implicazioni delle riforma strutturali per la produttività sono chiare: consentendo alle imprese di funzionare in modo più efficiente, migliorando la flessibilità del mercato del lavoro e riducendo le barriere commerciali, le riforme strutturali spianano la strada a una crescita economica sostenibile.
La Germania è al 5° posto nella classifica basata sul World Economic Forum Global Competitiveness Indicator, e questa forza ha contribuito a sostenere l'attività economica negli ultimi anni.
L'Italia, invece, secondo la medesima classifica si trova al 49° posto e la sua produttività totale dei fattori è peggiorata rispetto al 1995.
La Grecia si trova in 85° posizione.
Di conseguenza è chiaro che in alcune parti della zona euro ci sia molto più lavoro da fare.