Non solo social network, non solo occasioni di lavoro, molte aziende operano all'interno di LinkedIn per raccontarsi. E molto altro
Per alcuni è solo un social network ma per milioni di persone nel mondo è sinonimo di lavoro e carriera.
Una piazza digitale in cui se non si è presenti, si è invisibili agli occhi delle aziende e dei professionisti.
Un potente strumento che offre infinite possibilità, ma con le sue regole. Abbiamo incontrato Marcello Albergoni, country manager di LinkedIn, nella nuova sede di Milano, per farci raccontare le novità sulla piattaforma, come costruire il profilo perfetto, e come le aziende lo stanno usando.
Cos'è nel 2015 LinkedIn?
Linkedin è la piattaforma presso la quale ogni persona dovrebbe depositare la propria identità professionale descrivendo cio' che sa fare e cio' che ha fatto, dove ha studiato e promuovendo la propria storia di persona, professionista nel mondo del lavoro.
In un mondo che cambia cosi' velocemente le opportunità di lavoro sono sempre di più sui social network, e in particolare su LinkedIn e quindi più si possiede un profilo ben fatto e più si aprono opportunità.

Che magari non sono solo quelle di essere assunti da un'azienda, ma anche di venire contattati o entrare a far parte di gruppi di discussioni o diventare un influencer, o di essere una persona che dice la propria opinione perché ha una certa competenza nel suo spazio.
Negli USA è abbastanza automatico pensare che se un professionista non è presente su LinkedIn non esiste, a meno che non sia una persona supervisibile e che voglia rimanere tale.
E quindi è importante esserci anche per gli italiani: chi non ha un profilo professionale online - una persona puo' scegliere di non avere quello personale perché non vuole condividere la propria vita social - è molto difficile che emerga o si faccia notare.
E quindi un profilo professionale è necessario.
E' come non avere un curriculum vitae e, soprattutto, non metterlo all'interno di una piazza virtuale che conta più di 3 milioni di aziende che cercano persone/professionalità e più di 350 milioni di iscritti.
Avete realizzato, nel vostro blog, molti post per spiegare come fare al meglio il proprio profilo.
Quali in sintesi i consigli vitali?
Ci sono consigli base che riguardano tutti i profili.
Il più semplice riguarda la fotografia che deve essere una foto professionale, che parla di me preferibilmente non in spiaggia con un drink o una birra.
Un suggerimento è di essere autentici, di scrivere nel summary chi siamo, Il nostro background e cosa ci piace fare, aggiungere anche gli interessi personali, includendo il volontariato e le associazioni per le quali ci si è impegnati.
E' importante scrivere e dettagliare bene gli skill che sono stati categorizzati per industry e per area di competenza.
Partecipare a pochi ma significativi gruppi di discussione, quindi essere all'interno delle aree dove si muovono le informazioni.
Un ultimo consiglio è quello di accettare solo connessioni da persone che conosciamo o con le quali abbiamo un interesse professionale comune.
Accettare tutti i contatti in questo caso non ha senso: il network è come la rubrica del mio telefonino: ho bisogno di un contatto vero e non di una gara a chi ha più contatti, perché snatura completamente il concetto del mio network personale per chiedere un consiglio o un nuovo lavoro.
Le aziende stanno entrando in LinkedIn aprendo pagine e curandone la pubblicazione.
Solo per brand identity?
Da un lato le aziende hanno interesse ad esporre la propria identità di datore di lavoro nel luogo in cui ci sono i lavoratori, ossia sul social professionale.