Il mercato dei minibond: alcune considerazioni pratiche
Rolleri e Vico (Assiomforex): un comparto con grandi potenzialità in particolare dal punto di vista della domanda. Focus sui criteri di investimento dei fondi di private debt
Gli strumenti di finanziamento alternativi, quali minibond e cambiali finanziarie, cominciano a rappresentare un'importante leva a cui le piccole e medie imprese (PMI) possono ricorrere grazie all'evoluzione normativa degli ultimi anni.
La ricerca sul mercato italiano dei minibond, realizzata da Eidos Partners e Bureau van Dijk e pubblicata lo scorso febbraio, ha evidenziato un mercato in forte crescita a partire dalla seconda metà del 2014.
Lo studio, i cui dettagli sono disponibili sul sito PiattaformaPMI ( www.piattaformapmi.it ), ha messo in luce le principali caratteristiche qualitative e quantitative delle società che ricorrono a questi strumenti alternativi di finanziamento.

Se si osserva il mercato dal lato della domanda, la platea di fondi di investimento dedicati ai minibond, anche detti fondi di "private debt", ha visto negli ultimi anni un notevole sviluppo sebbene siano un soggetto relativamente nuovo per il contesto italiano.
Ad oggi, in Italia risultano annunciate (ed in alcuni casi già operative) oltre 30 iniziative di fondi di minibond.
La raccolta target dei fondi varia fra 100 milioni e 500 milioni.
Se si sommano i valori di tutte le iniziative, si arriva ad un'offerta potenziale compresa tra i 5 e i 6 miliardi di euro, una cifra davvero importante soprattutto se si osserva che, ad oggi, il controvalore totale delle emissioni di minibond è inferiore ad 1 miliardo.
Questo lascia ampi margini di crescita per il mercato delle obbligazioni emesse delle PMI italiane.
Molti di questi fondi prevedono criteri d'investimento collegati ad indici economico-patrimoniali.

Il più utilizzato è senza dubbio il rapporto tra posizione finanziaria netta ed Ebitda.
La maggiorparte dei fondi indica come livello massimo di questo indice il valore di 5 volte.
In realtà questi vincoli quantitativi, come altri legati al livello di marginalità e di patrimonializzazione, dovrebbero tener conto di molteplici aspetti, spesso trascurati dai fondi.
Di seguito si riportano, senza pretesa di esaustività, alcuni criteri che dovrebbero essere maggiormente presi in considerazione nella valutazione delle imprese idonee:
- Settore di appartenenza e posizionamento competitivo dell'impresa;