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18/03/2015

economia

Grandi manovre: chi vince e chi perde nell'Oil Game

Segre (Assiom Forex): dai Giochi del Petrolio usciranno nuove alleanze globali ed un nuovo assetto geopolitico. Perchè sono solo due veri vincitori principali: l'Unione Europea e la Cina

Anche la Banca Mondiale in una nota recente ripercorre le motivazioni legate all'offerta da sorgenti non convenzionali, lo Shale Oil per intenderci, al cambiamento di strategia dell'Opec ed al calo della domanda il crollo del prezzo del petrolio. Ma caso vuole che ciò sia avvenuto in concomitanza con la fine del QE negli Usa e in un momento cruciale nei negoziati con l'Iran.
Mediamente il calo dei prezzi gioverà alla crescita globale almeno per un 0.8% nel 2015 e metterà sotto pressione anche le altre Commodities, specialmente quelle correlate come il gas naturale, i fertilizzanti e le soft Commodities, legate quindi al cibo. Tenendo conto che il 70% dei poveri vivono in Paesi importatori di petrolio, questa è senz'altro una buona notizia. Ma certamente non lo è per i mercati emergenti che, essendo percepiti perlopiù come esportatori, continueranno a subire una discreta volatilità non solo nelle valute domestiche ma soprattutto nei flussi di portafoglio che son diventati molto più selettivi di un tempo.

Infatti, se per gli importatori gli effetti sull'inflazione che va diminuendo, come in Europa, possono diventare complicati a gestirsi - per i rischi deflattivi e per la necessità delle Banche Centrali di mantenere tassi bassi - anche per gli esportatori le banche centrali dovranno trovare un equilibrio tra il contenimento dell'inflazione e la pressione valutaria.
Ed è proprio il contesto di "decrescita globale non proprio felice", dal quale gli Usa sembrano essere usciti e gli europei stanno cercando di affrancarsi, che complica quelli che normalmente potevano essere i benefici. Per questo motivo anche i vantaggi fiscali che permetterebbero di ridurre i sussidi inutili e riformare le tasse sull'energia, come in Italia, sono nelle mani della volontà dei Governi che hanno un'occasione unica da sfruttare soprattutto sul rilancio delle attività produttive.
Quindi come già dimostrato dai mercati, in marzo Europa alla riscossa su più fronti ad approfittare del bazooka della BCE e dall'energia a buon prezzo, e i flussi di investimenti verso l'area provenienti anche dagli Usa parlano chiaro.

E ciò grazie anche ai Big Losers di questa partita a scacchi che vede solo due veri vincitori principali: l'Unione Europea e la Cina. Il Super Contango, con prezzi futures persistentemente più alti dei prezzi spot, sta costando caro a chi ha riserve accumulate in crescita come negli Usa e poi scoraggia nuove estrazioni costose bloccando nuovi investimenti sul lungo termine.

Vincitori e vinti

Mercosur: si salvi chi può! Battuta d'arresto per le prospettive di sviluppo dell'america latina, dall'Uruguay che ha visto crollare le entrate dell'export di materie prime e prodotti alimentari, al dilagante protezionismo argentino che ha visto congelati i progetti di ampliamento sullo shale oil di Vaca Muerta e subisce il crollo della soya fino al terremoto Petrobras che sta coinvolgendo anche le principali corporates brasiliane. L'Europa e il Messico sono l'unica speranza per il cartello del Mercosur che subisce anche il tracollo del Venezuela che rischia di trasformarsi in una guerra civile tra esercito e il Presidente Maduro a due anni dalla morte di Chavez.


L'assenza di strategie di lungo termine del compianto, puo' essere solo compensata in parte dagli aiuti cinesi.

Asia: la Cina festeggia l'Anno della Capra e del petrolio a sconto, con lei l'India e l'Indonesia. Per i cinesi ben 2 mld di dollari Usa risparmiati per ogni dollaro Usa di calo in un anno, soldi preziosi per combattere la tragedia dell'inquinamento. Il Primo Ministro Morsi invece in India metterà mano ai sussidi ai consumi interni e potrà ridurre il deficit.

Paesi ex"cuscinetto": Turchia ed Ucraina alla ricerca di un'identità ottomana o occidentale ma lontana dal secolarismo e dalla Russia, rispettivamente. Ma come sempre chi lascia la strada vecchia per quella nuova va incontro al rischio di derive politiche difficilmente gestibili agli occhi delle "mani forti" e di quegli investitori ai quali l'incertezza politica e le ambiguità più o meno evidenti minano la fiducia nel lungo termine sui flussi di capitale. Incapaci di approfittare quindi dell'occasione di una bolletta petrolifera più leggera.



Russia: con un petrolio a 117 dollari Usa nel 2014 e 100 dollari Usa in bilancio, sarà inevitabile un deficit, però più che sopportabile con le attuali riserve valutarie per almeno due anni. Le sanzioni Usa/UE rafforzano Putin e indeboliscono le aziende non di Stato ma soprattutto gli scambi commerciali con l'UE. Rublo alla ricerca di stabilità e strategia Usa che potrebbe essere un boomerang.
Nigeria: Il rinvio delle elezioni e l'alleanza ormai ufficiale tra Boko Haram e IS pesano sui conti pubblici e mettono sotto pressione la Naira. L'unità militare con Cameron, Niger, Camerun, Benin e Chad non farà altro che ritardare il tempo delle riforme e di un ripensamento al modello economico troppo dipendente dal petrolio.
Iraq, Iran e Libia: Perenni fonti di instabilità politica nell'area mediorientale. Cosi vengono percepiti i tre Paesi che permetteranno, grazie all'incapacità di fare fronte comune contro l'IS, al prezzo di petrolio di non scivolare sotto i 40 dollari Usa mantenendo alto il livello delle tensioni sociali interne, incapaci di affrancarsi dalle questioni religiose e di Governo, e incapaci di gestire un bilancio statale pesantemente disallineato ai prezzi attuali del petrolio.




Ritardo temporale nella reazione

Questo quadro ci fa capire come la maggior parte dei Paesi produttori subiranno un ritardo temporale nella capacità di reagire all'attuale situazione, pagandone le conseguenze ed allontanando gli investitori. Il calo tra Giugno 2014 e il Febbraio 2015 del 50% nei prezzi petroliferi ha segnato inesorabilmente la fine del SuperCiclo delle Commodities, che risale agli inizi del 2000, ed ha determinato le condizioni per una moderazione nelle quotazioni che si protrarrà almeno sino a tutto il 2016 con prezzi che resteranno al di sotto degli 80 dollari Usa. I sauditi come i russi hanno ingenti riserve monetarie per assorbire la riduzione delle entrate dall'export e come loro i rapporti con gli Usa si sono pesantemente deteriorati. Dai Giochi del Petrolio usciranno nuove alleanze globali ed un nuovo assetto geopolitico con un netto rafforzamento dell'UE e dell'Asia ed un ulteriore quanto errata chiusura Usa entro confini ove solo i Repubblicani potranno archiviare gli effetti disastrosi causati dai troppi errori di Obama, ed avviare una nuova fase di dialogo.




Claudia Segre, Segretario Generale ASSIOM FOREX


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