Italia-Russia: nel 2014 persi 5,3mld di interscambio, ma ci sono margini per ripartire
Fallico (Banca Intesa Russia e Conoscere Eurasia): in poco tempo si è riusciti a bruciare anni di lavoro delle nostre imprese. Loi (Pavia E Ansaldo): sostenere investimenti diretti in Russia
"Sanzioni e controsanzioni, prima ancora della caduta del rublo, hanno determinato nel 2014 una perdita di 5,3mld di euro nell'interscambio tra Italia e Russia (-17% sul 2013). In poco tempo si è riusciti a bruciare anni di lavoro delle nostre imprese, che avevano fatto della Russia il mercato di sbocco più promettente per il nostro Paese, con una crescita dell'export made in Italy verso Mosca del 327% dal 2000 al 2013. Ma i margini per ripartire ci sono: Europa e Italia confidano molto nella mediazione avviata dalla cancelliera Merkel". Così il presidente di Banca Intesa Russia e dell'Associazione Conoscere Eurasia, Antonio Fallico, si è espresso in occasione dell'apertura del seminario italo-russo sulle Opportunità malgrado la crisi', organizzato da Conoscere Eurasia, Consolato Generale della Federazione Russa a Milano e Forum Economico internazionale di San Pietroburgo in collaborazione con Intesa Sanpaolo, Banca Intesa Russia e Pavia e Ansaldo Studio legale.

"Mai come ora", ha aggiunto Fallico, "è fondamentale dare segni di discontinuità rispetto a questa nuova Guerra Fredda, in cui a rimetterci non sono certo gli Stati Uniti - che secondo l'Italian trade Agency nei primi nove mesi del 2014 hanno visto crescere le proprie esportazioni verso Mosca del 23% - ma la Russia, l'Europa e soprattutto l'Italia, che nell'ultimo anno ha lasciato a casa 1,25mld di euro di merci (-11,6%). E a gennaio 2015 le nostre vendite sono sprofondate a -36,7%, che tradotte in euro significano quasi 250mln in meno per le imprese italiane".
Secondo la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, che ha elaborato i dati Istat dei primi 12 mesi del 2014, sono in flessione le vendite italiane di due settori principali dell'export verso Mosca: i prodotti tessili e dell'abbigliamento e pelle (-16,4%) e gli apparecchi elettrici ed elettronici, macchinari meccanici e mezzi di trasporto (-13,7%), per un controvalore di circa 1 miliardo di euro di perdita per questi due comparti. In aumento solamente l'export di prodotti farmaceutici (+33,4%) mentre in ambito agro-alimentare le vendite italiane sono diminuite nel complesso del 12,6%, su cui pesa, secondo le elaborazioni Intesa Sanpaolo, il calo del -38% per i prodotti oggetto di sanzioni, un vero e proprio crollo "se si tiene conto che le sanzioni sono state adottate solo a settembre".
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