Prezzo del petrolio in picchiata: quali implicazioni?
Donora (Threadneedle): Il quadro mondiale della domanda e dell'offerta non giustifica un crollo di oltre il 60%. Riteniamo che un tale calo dei prezzi innescherà un incremento della domanda superiore alle attese oltre che tagli alla produzione
I consumatori stanno cogliendo i frutti del tonfo del prezzo del petrolio, il che è di buon auspicio per l'economia globale e, nel medio termine, per la domanda di materie prime.
Riteniamo infatti che in questo momento si stiano ponendo le basi per il prossimo rialzo nel ciclo globale delle materie prime.
La rinuncia dell'OPEC al suo ruolo di stabilizzatore del mercato petrolifero rappresenta l'evento più significativo per il settore del greggio degli ultimi anni.

Ciò comporta importanti implicazioni sia per le economie sviluppate che per quelle emergenti.
Con riferimento all'economia globale, l'impatto principale esercitato dal calo dei prezzi del petrolio è che, per la prima volta da un decennio, i consumatori godranno di un sostegno significativo e avranno accesso a prodotti petroliferi a basso prezzo.
In termini concreti, l'attuale crollo dei prezzi petroliferi ammonta ad uno stimolo potenziale pari a USD 1,7 trilioni, il 70% dei quali dovrebbe trasmettersi agli utilizzatori finali.
L'FMI stima che il contributo netto al PIL globale sarà dello 0,5% nel 2015 e dello 0,6% nel 2016.
Le sorti dei consumatori miglioreranno ulteriormente quando nei paesi sviluppati inizieranno a concretizzarsi gli aumenti salariali.
Una crescita globale sostenibile a lungo termine è favorita dall'aumento delle retribuzioni, dal miglioramento della produttività e da un'inflazione moderata.

Questo scenario sostiene anche l'incremento della domanda di materie prime.
Attualmente, i prezzi delle commodity sono relativamente bassi; il Bloomberg Commodity Index è tornato ai livelli del 2002.
Nell'ultimo biennio, il modesto livello dei prezzi dei metalli di base ha indotto le società minerarie a ridurre le spese per investimenti e il recente crollo delle quotazioni petrolifere (si tratta del primo calo dal 2009) sta avendo lo stesso effetto sui produttori di oro nero.
Per il 2015, prevediamo che le spese per l'esplorazione e la produzione diminuiscano di almeno il 25% nel Nord America, mentre nel resto del mondo, OPEC esclusa, stimiamo una flessione del 15%.
Pertanto, se l'attuale scenario relativo alle materie prime appare favorevole ai consumatori, gli investitori operano in un contesto in cui la selezione dei titoli e delle materie prime assumerà un ruolo centrale.
L'equilibrio mondiale tra domanda e offerta non giustifica il marcato calo dei prezzi petroliferi
La domanda globale di petrolio si aggira attualmente attorno a 92 milioni di barili al giorno (Mb/g), mentre le stime dell'attuale sovrapproduzione sono nella forbice 1,0-1,5 Mb/g.
In percentuale dell'offerta e domanda globale totale, si tratta di un margine ridotto che non giustifica un crollo del 60% del prezzo del petrolio.
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