"E poi, di fronte ad una percentuale significativa di aziende italiane che presidia ancora poco il processo logistico dell'export, i fornitori di servizi logistici possono incrementare notevolmente la competitività delle aziende e dei prodotti italiani garantendo elevati livello di servizio verso i clienti stranieri.
Queste due direzioni rappresentano un'opportunità per i fornitori di servizi logistici, ma soprattutto uno stimolo per la crescita dell'intero Sistema Paese".
L'evoluzione del mercato della Contract Logistics
Il fatturato complessivo del settore della Contract Logistics (o logistica conto terzi) è di circa 80 miliardi di euro e risente in questi anni dello stallo del sistema-Paese: la forte pressione sulle tariffe da parte dei committenti, la difficoltà dei consumi in Italia e la contrazione dei flussi fisici hanno condizionato negativamente il mercato.
Nonostante il clima recessivo del Paese, dopo la brusca frenata registrata nei due anni precedenti, si stima una risalita del fatturato nel 2014 (+1,1%) e nel 2015 (+0,9%), trainata dall'incremento dell'export.
Tassi di crescita non elevati, ma superiori a quelli previsti per l'economia italiana, che porterà questo settore a raggiungere quota 81 miliardi di euro nel 2015.
In questo scenario si nota il sempre maggiore ricorso delle aziende all'outsourcing dei servizi di logistica per ottimizzare il processo e creare valore. La terziarizzazione infatti è passata dal 36,4% del 2009 al 39,1% nel 2012, con valori molto differenti nei diversi settori.
Emerge inoltre una concentrazione dei fornitori di servizi logistici (autotrasportatori organizzati in società di capitali e non di capitali, corrieri/corrieri espresso, gestori di interporti e terminal intermodali, gestori di magazzino, operatori del trasporto ferroviario e del trasporto combinato strada-rotaia, operatori logistici e spedizionieri), il cui numero di aziende complessive si è ridotto del 9,4% in quattro anni.
Tuttavia il fenomeno interessa principalmente gli autotrasportatori organizzati in società non di capitali, i cosiddetti "padroncini", meno di 80.000 aziende, che hanno subito una contrazione di oltre il 10% rispetto al 2009.
"Il mercato attuale della Contract Logistics vede vincenti nuovi approcci alla logistica che richiedono maggiori sinergie tra aziende committenti, fornitori di tecnologia e fornitori di servizi logistici per implementare sistemi innovativi e produrre migliori risultati anche in termini economici", ha rilevato Marco Melacini, Responsabile della ricerca dell'Osservatorio Contract Logistics.
"Lo sviluppo della logistica conto terzi non è però legato esclusivamente all'andamento generale dell'economia, ma anche alle dinamiche interne ai singoli settori e segmenti del mercato.
Di sicuro, esiste ancora un elevato numero di piccole-medie imprese che terziarizza in modo limitato e una percentuale significativa di aziende che presidia poco il processo logistico su scala internazionale.
I fornitori di servizi logistici in grado di sviluppare nuovi mercati all'estero o anche in Italia in settori tradizionalmente poco terziarizzati, invece, riescono a crescere molto più della media del settore".
Le esigenze della Logistica
Fornitori e committenti della Logistica chiedono interventi normativi, economici e infrastrutturali per sostenere lo sviluppo del settore.
Grazie al coinvolgimento dell'Advisory Board dell'Osservatorio Contract Logistics e di oltre 700 manager del settore, sono state individuate le principali aree di intervento in ambito normativo, riportate in ordine di rilevanza:
Semplificazione delle normative, in modo da favorirne l'adozione e il rispetto.
2. Incremento del controllo sulla "regolarità" del personale di magazzino impiegato, aumentando la visibilità dei casi irregolari accertati.
Esempio: incremento dei controlli sulle nuove aziende, spesso nuove soltanto nella ragione sociale ma operanti con le stesse persone di imprese precedentemente fallite;
Semplificazione dei contratti di lavoro, in modo da migliorare la flessibilità operativa ed agevolare l'assunzione di nuovo personale;
Semplificazione del processo doganale.
Esempi: riduzione degli enti coinvolti, ridefinizione delle responsabilità degli enti coinvolti, standardizzazione del processo in modo che risulti più semplice e lineare;
Incremento del controllo sulla "regolarità" dei mezzi di trasporto in circolazione, aumentandone l'efficacia sanzionatoria, anche in un'ottica di identico trattamento dei veicoli a targa italiana e straniera.
Esempi: blocco del veicolo non in regola a meno di pagamento immediato della sanzione a mezzo POS mobile come avviene regolarmente in altri Paesi Europei;
Spinta alla dematerializzazione dei documenti a supporto della logistica;
Riduzione delle "personalizzazioni" normative che si registrano a livello locale.
Esempi: autorizzazioni dei vigili del fuoco e ASL e autorizzazione prefettizia alla circolazione delle merci;
Riduzione dell'iter di autorizzazione per progetti di nuove strutture private o infrastrutture logistiche.
Esempi: creazione di uno "sportello unico" efficiente, coordinato con la pianificazione territoriale regionale;
Aggiornamento delle norme sul trasporto, con superamento di vincoli che ostacolano il raggiungimento di efficienza ed economie di scopo.
Esempi: revisione della norma secondo cui in tema di stoccaggio e trasporto di materiale tutti i materiali non assimilabili a RSU sono considerati "speciali"; Revisione della norma sulla promiscuità della tipologia di merce trasportata;
10.
Revisione della responsabilità solidale sugli appalti.
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