Quando cercare lavoro diventa un lavoro
Come sostenere un colloquio e come valorizzare il proprio curriculum. Roberto Castaldo, esperto nella selezione del personale e fondatore di 4 M.A.N. Consulting, mette in guardia dagli errori più comuni, tra consigli preziosi e aneddoti singolari
L'ingresso nel mondo del lavoro non è mai stato un percorso in discesa, ma negli ultimi anni la strada sembra essere diventata sempre più ostica. In base ai dati di Almalaurea, il tasso di disoccupazione è cresciuto di 6,5 punti per i neolaureati (laureati di età 25-34 anni) e di ben 14,8 punti per i neodiplomati (diplomati di età 18-29 anni). Secondo un'indagine Istat, il 77,6% degli under 30 in cerca di occupazione si rivolge alla rete di amici, parenti e conoscenti, una scelta che sembra dare i suoi frutti (il 44% ha trovato un impiego in questo modo e il 26% grazie a una diretta richiesta a un datore di lavoro). Solo l'1,4% è riuscito ad ottenere un lavoro grazie ai centri per l'impiego.

Per avere maggiori chance di successo è opportuno fare attenzione ad alcuni particolari, primo tra tutti la redazione del curriculum vitae in formato europeo, da compilare in modo chiaro ed esaustivo.
"Se sono passati ormai diversi anni dal conseguimento dell'ultimo titolo di studio, consiglio di anteporre l'elenco delle esperienze lavorative al curriculum studiorum", suggerisce Roberto Castaldo, esperto nella selezione del personale, e fondatore di 4 M.A.N. Consulting. "Un aspetto che viene spesso trascurato, se non addirittura omesso, è la descrizione delle proprie attitudini, che, contrariamente a quanto si pensa, spesso ricoprono un ruolo molto importante, anche più delle skills, soprattutto nel caso di candidati senza esperienza. Abbiamo riscontrato che scegliere la figura professionale da inserire in organico partendo dalle attitudini personali ha una possibilità di esito positivo più alta del 30%".
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