Digital mismatch: il mercato dell'ICT corre veloce ma l'Italia resta indietro
Crescono le assunzioni a tempo indeterminato (53% del totale), aumenta la richiesta di laureati (39% vs 34% di diplomati) ma rimane difficile il reclutamento di professionalità ICT. Queste le principali evidenze emerse dal White Paper realizzato da Modis
E’ avviata la rincorsa all’ammodernamento digitale del Paese ma sono ancora numerosi i passi da compiere per stare al passo con le esigenze del mercato.
Lo dimostrano i dati contenuti nel White Paper sul Digital Mismatch realizzato da Modis Italia, divisione del Gruppo Adecco specializzata nel recruiting in ambito ICT: sebbene si stimi che i contratti di lavoro nel settore ICT abbiano raggiunto quota 15.000 a fine 2013 e siano destinati a crescere nei prossimi anni, aumenta per le imprese la difficoltà di reperire sul mercato le giuste professionalità.

Il tempo medio di reclutamento di un professionista digitale è di circa 4 mesi e nel 22% dei casi le assunzioni risultano di difficile reperimento.
E le previsioni per il futuro non sembrano così promettenti: la richiesta delle aziende di professionalità IT è superiore alla domanda (nei migliori Politecnici il rapporto tra neolaureati e offerte di lavoro raggiunge 1/20) e l’offerta formativa universitaria in molti casi non è adeguata per sostenere l’innovazione dell’industria e del mercato internazionale.
Nell’ICT si assumono più giovani
Guardando nel dettaglio i dati contenuti nel White Paper di Modis si nota come, in controtendenza rispetto al crescente fenomeno della flessibilità, nel settore ICT i contratti a tempo indeterminato hanno pesato per il 53% delle assunzioni totali relative al 2013, seguiti dal 33% di contratti a tempo determinato e dal 13% degli apprendistati.

I giovani sono la categoria maggiormente coinvolta dalle assunzioni: il 33,9% dei nuovi assunti ha tra i 25 e i 29 anni, mentre il 22,9% rientra nella fascia d’età compresa tra i 30 e i 44 anni.
Questo dato si spiega con il fatto che la generazione dei Millenials ha un approccio diverso al lavoro e alle nuove tecnologie che la rende più competitiva rispetto alle generazioni precedenti.
Maggior richiesta di laureati
Altro aspetto di novità è rappresentato dalla crescente richiesta di laureati rispetto ai candidati in solo possesso di un diploma. La ricerca di lavoratori con un titolo universitario di secondo livello o post laurea è passata dal 34% del 2013 al 39% del 2014, percentuale che sale al 57% se si considerano i lavoratori assunti con lauree di primo livello.
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