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30/07/2014

economia

Per l'Asia un secondo semestre di crescita

Théret (Natixis): Fra i mercati emergenti, quelli dell’area asiatica sembrano offrire le prospettive migliori, con una crescita del PIL attorno al 6% ed un avanzo delle partite correnti pari circa al 2%

Per molti doveva essere, insieme al Brasile, uno degli elementi traino dell’economia globale del 2014. Eppure ad oggi l’Asia non è ancora riuscita ad esprimere tutto il suo potenziale. Tra tornate elettorali, aumento dell’IVA in Giapone e il lieve raffreddamento dell’economia cinese, che hanno prodotto risultati altalenanti, solo nel secondo semestre l’Asia potrebbe tornare a crescere in misura importante. E’ l’opinione di François Théret, Chief Investment Officer Absolute Asia AM di Natixis Global Asset Management.

Secondo Théret, il primo semestre del 2014 è stato molto impegnativo per gli investitori, poiché dietro buoni guadagni possono sempre celarsi periodi turbolenti in termini di rotazione all'interno dei mercati azionari. Tale rotazione sembra essere stata trainata da dati economici deludenti e da un forte calo dei rendimenti obbligazionari statunitensi, contrariamente alle previsioni 2014 di inizio anno. "La tanto attesa ripresa dell'attività economica non si è ancora materializzata, ma continuiamo a ritenere che sia imminente una maggiore crescita globale", sostiene Théret.

A partire dal mese di marzo, i dati economici sono generalmente migliorati nei mercati emergenti, il che fa pensare che il momento peggiore del rallentamento economico nelle economie dei mercati emergenti sia probabilmente passato. Théret ritiene che i dati sulla crescita delle esportazioni in Asia e la stabilizzazione delle letture dell’indice PMI in Cina siano segnali positivi. "Nel migliore dei casi, i dati economici del mondo sviluppato sono neutri per la prima metà dell'anno, ma credo che ciò sia attribuibile soprattutto ad eventi occasionali come le condizioni atmosferiche su entrambi i lati dell'Atlantico, la liquidazione degli stock di magazzino negli Stati Uniti e l'aumento dell’IVA in Giappone".  

Le economie orientate alle esportazioni appaiono favorite

 

Con riferimento ai mercati azionari emergenti, Théret continua a favorire le economie che beneficiano della crescita globale prevista, mercati in cui i policy-maker possono rimanere piuttosto accomodanti in termini di politica monetaria ed economie in cui i governi sono disposti ad affrontare le sfide strutturali sottostanti il rallentamento della crescita e le vulnerabilità esterne.

"La modalità in cui i leader economici delle economie più vulnerabili affronteranno il tapering detterà le performance azionarie dei paesi emergenti", sostiene Théret. Detto questo, egli ritiene che le economie orientate alle esportazioni si trovino ad oggi in una posizione più favorevole rispetto alle economie più orientate ai consumi interni. Per quanto riguarda i paesi emergenti dell’Asia, Théret ritiene che la Corea del Sud e Taiwan dovrebbero beneficiare della ripresa della domanda da parte dei mercati sviluppati. La Corea deve prestare attenzione a venti contrari per lo yen giapponese che potrebbero mettere la competitività delle società coreane sotto pressione.  

Le prospettive per la Cina

 

In Cina, i primi segni di ripresa nel secondo trimestre del 2014 appaiono generalmente contenuti, con dati pessimistici relativi alla produzione industriale, alle vendite retail e agli investimenti fissi. Visto il calo dell'inflazione degli ultimi mesi, Théret ritiene probabile che le autorità introdurranno ulteriori e modeste misure di politica monetaria espansiva per scongiurare il rallentamento della crescita del PIL al di sotto della soglia del 7%.


Nonostante le interessanti valutazioni, Théret non crede che questo sia il momento giusto per una sovraesposizione ai titoli azionari cinesi. "Alcune delle principali preoccupazioni relative alle prospettive di crescita cinese a breve e a mediolungo termine continuano ad impedire qualsiasi modifica dei prezzi. Inoltre, il sistema bancario ombra e l'elevato debito delle amministrazioni locali rimangono rischi chiave", afferma Théret.  

L'impatto degli eventi politici

 

Numerosi eventi politici hanno giocato un ruolo importante nel determinare le performance del primo semestre 2014, soprattutto in India, Tailandia e Indonesia. "La vittoria del BJP (Bharatiya Janata Party) alle elezioni indiane è stata di gran lunga superiore a quanto previsto dal mercato. Sebbene ci vorrà del tempo affinché le riforme strutturali si concretizzino, riteniamo che questo periodo post-elettorale possa incentivare il ciclo di investimento. Di conseguenza, ravvisiamo diverse opportunità nei settori ciclici in India", afferma Théret. In Tailandia, la situazione politica ha determinato una notevole volatilità nel 2014.


La situazione si è stabilizzata ora, ma Théret prevede comunque che la crescita del PIL nel paese sarà deludente quest'anno e sarà seguita da una forte ripresa economica nel 2015. Théret è ottimista in relazione al mercato indonesiano poiché prevede che l'attuale disavanzo delle partite correnti rimanga piuttosto gestibile. Sarà comunque cruciale l'esito delle prossime elezioni presidenziali, con la speranza di future riforme.  

Forte crescita in Asia

 

Fra i mercati emergenti, quelli dell’area asiatica sembrano offrire le prospettive migliori, con una crescita del PIL attorno al 6% ed un avanzo delle partite correnti pari circa al 2%. "Ciò dovrebbe rendere l'area meno dipendente da finanziamenti esterni rispetto all'EMEA (Europa, Medio Oriente, Africa) o all'America Latina. Le valute asiatiche sembrano meno vulnerabili. Le valutazioni restano interessanti, con stime che ritornano verso livelli ragionevoli dopo anni di sottovalutazioni", conclude Théret.  


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