Francia: partenza veloce o sosta prolungata?
Bernard (Vontobel): A differenza di Spagna e Italia, in Francia è dolorosamente assente qualsiasi tentativo di spronare la competitività, contenere l'eccessivo peso del settore pubblico e incrementare il potenziale di crescita a lungo termine
Il “train à grande vitesse”, uno dei treni a grande velocità di maggiore successo nel mondo ed emblema dell’arte ingegneristica francese, ha leggermente deragliato.
A causa della sua sottoperformance economica e resistenza al cambiamento, la seconda economia dell’area euro ha accumulato un notevole ritardo rispetto alla Germania, forza trainante dell’Unione Europea.

È possibile però scorgere uno spiraglio di luce alla fine del tunnel.
Le riforme predisposte dal presidente François Hollande sono un punto di partenza, a condizione che siano attuate correttamente.
Un rilancio dell’economia francese sarebbe un fattore determinante per il miglioramento delle prospettive a lungo termine dell’eurozona.
Iniziamo con la notizia positiva.
La crisi finanziaria non ha scardinato la Francia.
Anzi, la sua economia si è dimostrata più resistente di quella tedesca – nel 2009 il prodotto interno lordo francese è sceso del 2,9% rispetto al 5,1% tedesco – e anche con l’acuirsi della crisi non ha mai accusato stress finanziari.
La Francia non ha subito il destino di Stati periferici come l’Irlanda, la Grecia, l’Italia, la Spagna o il Portogallo, che hanno dovuto ricorrere o al programma di salvataggio della cosiddetta troika – Fondo monetario internazionale, Banca centrale europea (BCE) e Commissione Europea – o all’intervento della BCE sui propri mercati dei titoli di Stato per evitare un potenziale default.
Allo stesso tempo, però, la Francia si trova alle prese con un ristagno dell’economia, mentre il suo debito pubblico si sta avvicinando al 100% del prodotto nazionale lordo.

Il Paese sta lottando per centrare il target di una riduzione del deficit pubblico al 3% del PIL entro il 2015.
La sua bilancia commerciale rimane in rosso, la disoccupazione continua a salire e i posti di lavoro del settore industriale stanno scomparendo. La netta e persistente sottoperformance dell’economia francese rispetto a quella tedesca, osservata dal 2010, è frutto di un crescente divario di competitività, iniziato già nei primi anni 2000.
Inoltre i cittadini francesi hanno perso fiducia nella “classe politica” tradizionale, come dimostra il trionfo del partito di estrema destra Front National alle recenti elezioni europee.
In netto contrasto con gli sforzi profusi in Spagna e anche in Italia, in Francia è dolorosamente assente qualsiasi tentativo di spronare la competitività, contenere l’eccessivo peso del settore pubblico e incrementare il potenziale di crescita a lungo termine.
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