L'unione bancaria europea e' una nuova forma di financial repression?
Dixmier (AllianzGI): Ci preoccupa la proposta di un meccanismo unico di risoluzione, in particolare per quanto riguarda gli strumenti di bail-in
In qualità di investitori istituzionali esposti su strumenti obbligazionari emessi da banche europee siamo preoccupati per i recenti sviluppi sul fronte dell'unione bancaria europea.
Ciò che ci preoccupa è la proposta di un meccanismo unico di risoluzione, in particolare per quanto riguarda gli strumenti di bail-in.
Col bail-in si costringono gli azionisti di una banca, creditori non garantiti e titolari di depositi non assicurati, a sostenere le perdite dell'istituto prima di un intervento statale.

È l'opposto del bail-out, in cui i governi sostenevano le perdite insieme agli azionisti.
Riteniamo che nel dibattito sugli strumenti di applicazione del bail-in si debba prendere in considerazione l'importanza del mercato del credito interbancario in Europa.
Quasi tutti i politici europei hanno invocato il ricorso al bail-in per ridurre il costo delle finanze pubbliche per il salvataggio delle banche, nonché per contrastare il moral hazard.
Sfortunatamente queste misure, se applicate in modo intensivo, potrebbero minare la fiducia nel settore bancario, facendo salire il costo della raccolta.
Inoltre, le banche europee potrebbero trasferire l'incremento del costo della raccolta sulle piccole e medie imprese, mettendo a repentaglio la fragile ripresa in Europa.
Di fronte a questo dilemma il parlamento europeo il 15 aprile scorso ha votato a favore di un pacchetto di riforme bancarie inequivocabilmente a sostegno del bail-in.