e-commerce: vendere all’estero e’ una soluzione per le PMI italiane
Sordi (aruba): Il cross border trade è la nuova frontiera per le imprese che vogliano puntare sull’interazione tra store tradizionale, mobile e online, per crescere e presentarsi sul mercato internazionale senza intermediazione
Uno studio commissionato da eBay a Deloitte ha evidenziato come il 15% dei residenti nell’Unione Europea abbia effettuato acquisti online da un Paese straniero.
Questo dato risulta molto interessante e getta luce su quanto possa essere importante vendere online all’estero per reperire capitale economico e, magari, uscire dalla crisi.
I mercati più attivi sotto questo aspetto sono la Germania con il 27% di vendite extra nazionali, il Regno Unito con il 24% e la Francia con il 14%.
Ad oggi solo il 4% di questo tipo di vendite proviene dall’Italia e tale dato evidenzia come questo settore sia da sviluppare ex novo nel nostro Paese, aprendo nuove prospettive di ripresa per le PMI italiane.

I settori su cui si dovrebbe puntare maggiormente per l’e-commerce transfrontaliero sono quelli in cui il Made in Italy è particolarmente ricercato, ovvero arredamento, moda e accessori per la casa: questo potenziale è già stato ampiamente riconosciuto all’estero e lo dimostrano i dati sull’export delle PMI italiane che si affidano all’e-commerce.
Le piccole imprese con un negozio online affermano che il 24% del proprio fatturato arriva proprio da tali vendite e la percentuale sale fino al 39% per le medie imprese.
Un’occasione di rilancio
Questi numeri testimoniano che puntare ad una strategia che miri all’internazionalizzazione aumenta il volume del business e delle vendite, conducendo ad un risultato che può essere alla portata di tutti: dai piccoli artigiani ai fornitori di servizi, passando per i rivenditori cosiddetti B2B e per i produttori di nicchia; chiunque può sviluppare la propria piattaforma di e-commerce.