Favorire l'accesso al credito per le imprese che proteggono il business
Marietti Andreani (AIBA): Le aziende maggiormente assicurate sono più affidabili rispetto agli impegni con le banche. Solo il 28% delle PMI copre i rischi tecnologici, il 23% la responsabilità civile prodotti, il 15% credito e cauzioni, il 12% l’inquinamento
La protezione assicurativa come investimento in grado di favorire l’accesso al finanziamento della crescita da parte delle imprese minacciate dalla stretta creditizia: sul credit crunch l’AIBA, l’Associazione Italiana dei Broker di Assicurazioni, è pronta ad avviare il dialogo con il sistema bancario.
“Il credit crunch è la principale minaccia alla sostenibilità delle piccole e medie imprese. E’ urgente – ha affermato il presidente dell’AIBA, Carlo Marietti Andreani - avviare una riflessione per individuare strumenti di attenuazione delle politiche di riduzione dell’offerta di credito. Sarebbe auspicabile un confronto con il sistema bancario per identificare un modello in grado di valorizzare l’investimento in tutela assicurativa delle imprese, garantendo loro condizioni di accesso al credito più favorevoli”.

LA RICERCA AIBA SULLE PMI: DIFFICOLTA’ DI ACCESSO AL CREDITO E PESANTE SOTTO-ASSICURAZIONE
Negli ultimi tre mesi, secondo uno studio realizzato da AIBA in collaborazione con Innovation Team, il 17,2% delle piccole imprese e il 12,3% delle medie non hanno ottenuto il finanziamento richiesto a banche o società finanziarie (la percentuale si riduce al 7,6% per le grandi imprese).
Le imprese italiane presentano una eccessiva dipendenza dal finanziamento bancario, che incide per il 70%, una percentuale molto più elevata rispetto agli altri Paesi industrializzati. In Italia è molto più alta anche la leva finanziaria, cioè il rapporto tra l\'ammontare dell\'indebitamento e il valore del patrimonio netto delle imprese.
La ricerca AIBA evidenzia anche la pesante sotto-assicurazione delle PMI italiane: il 14% non sono assicurate contro gli incendi, addirittura il 31% non si proteggono dai furti. Non più del 28% si tutelano dai rischi tecnologici, il 23% non hanno coperture di responsabilità civile prodotti, ancora meno hanno sottoscritto polizze credito e cauzioni (il 15%) e coperture inquinamento (12%), addirittura soltanto il 3% si assicura contro le interruzioni di attività.
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