Guardando alle attese di fine anno sotto il profilo del fatturato, il 46,2% si aspetta di chiudere con una crescita, il 46,1% si aspetta stabilità, mentre si prospetta un calo solo per il 7,7% delle imprese.
Stesso andamento anche per l’occupazione: nei prossimi 12 mesi, ben l’80,1% dichiara di voler mantenere stabile il numero di addetti, contro un 16,3% che prospetta incrementi e solo un 3,5% che prevede cali.
Non ci sono dubbi anche sul futuro del mercato in cui si trovano a operare le singole aziende: per il triennio 2014-2016, solo il 13,6% si aspetta una contrazione del mercato contro un 46% apertamente convinto del suo sviluppo e un 40,5% che crede non ci saranno grosse variazioni rispetto all’andamento attuale.
7 aziende su 10 esportano i propri prodotti e servizi
Sul fronte dell’export, circa 7 imprese su 10 dichiarano di esportare i propri prodotti e servizi, con un’incidenza variabile.
Se il 24,3% dichiara di realizzare all’estero meno del 10% del proprio fatturato, c’è comunque un 17,1% che supera il 46%.
Chi esporta punta verso gli Stati dell’Europa Centro-Occidentale (85,7%), seguiti da quelli dell’Europa dell’Est (41%).
Circa il 18,1% esporta in Russia, mentre il Nord America è un mercato per il 23,8%, l’Asia per il 21,9%, il Medio Oriente per il 19%, il Sud America per il 17,1%, l’Oceania per il 10,5%, l’Africa Settentrionale per il 10,5% e l’Africa Meridionale per il 5,7%.
Principali freni alle imprese
Per le imprese del settore la vita aziendale non è sempre facile.
A ostacolare la normale attività e a preoccupare gli imprenditori sono i fattori esogeni, indipendenti dalla volontà imprenditoriali e collegate invece al ruolo dello Stato e della Pa nella vita produttiva.
Per il 74,4% il primo fattore di criticità è la macchina della burocrazia, seguita dagli aspetti fiscali (65,6%) e dall’incertezza normativa (55,9%).
Per il 52,4% sono invece i tempi giudiziari in casi di controversia a rallentare la vita aziendale: aspetto che è indicato come estremamente critico dal 40,3% degli imprenditori.
A preoccupare un’impresa su due i prezzi di vendita e la concorrenza del mercato.
Destano meno preoccupazione invece altri fattori importanti per la vita aziendale.
Il costo del lavoro è indicato come aspetto critico dal 39,9% degli imprenditori, seguono la difficoltà nel farsi pagare (31,8%), i tempi di pagamento (29,8%) e il costo dei fattori produttivi (26,9%).
L’accesso al credito è un altro aspetto che non sembra preoccupare gli imprenditori (22,3%).
Pagamenti puntuali e buon accesso al credito
Sul fronte dei tempi di pagamento, nonostante il 64,8% dichiari di incassare i propri crediti mediamente dopo 90 giorni e oltre (il 14,5% supera i 120 giorni), la maggior parte dei pagamenti (83,7%) avviene in maniera puntuale (41,1%) o non oltre i 30 giorni dalla scadenza pattuita (42,6%).
Solo il 16,3% supera questa soglia.
L’accesso al credito, come già evidenziato, è ritenuto un fattore non particolarmente critico: su questo fronte, infatti, 8 imprese su 10 dichiarano che rispetto allo scorso anno il rapporto con le banche non presenta particolari criticità con il 34,7% che afferma sia addirittura migliorato.
A giustificare queste posizioni, potrebbero essere i tassi di interesse concessi dagli istituti: il 60,4% dichiara di pagare tassi pari al 5% o inferiori, e il 27,4% compresi tra il 6% e il 7%.
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