L'era dell'AI Act è iniziata, ma a che punto siamo? - Punto e a capo - @gigibeltrame | BusinessCommunity.it
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19/02/2025

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Gigi Beltrame

L'era dell'AI Act è iniziata, ma a che punto siamo?

Il primo passo è stato fatto, i prossimi già a maggio ed agosto

Il 2 febbraio 2025 segna una data storica nel panorama tecnologico globale: l'entrata in vigore della prima fase dell'AI Act europeo, una pietra miliare nella regolamentazione dell'intelligenza artificiale che promette di ridefinire il rapporto tra tecnologia e società.
Questo ambizioso quadro normativo, il primo al mondo nel suo genere, rappresenta un punto di svolta fondamentale nella governance dell'AI, bilanciando l'innovazione tecnologica con la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini europei. L'Unione Europea si pone così all'avanguardia nella definizione di standard etici per lo sviluppo e l'implementazione dell'intelligenza artificiale.

Il cuore della normativa introduce divieti specifici su pratiche considerate ad alto rischio per la società. Tra questi, spicca il bando del social scoring, una pratica che potrebbe portare a discriminazioni sistemiche, e il divieto di sistemi di riconoscimento biometrico in tempo reale negli spazi pubblici, con limitate eccezioni per la sicurezza nazionale.
Particolarmente significativo è il divieto di sfruttamento delle vulnerabilità individuali attraverso l'AI, che protegge categorie sensibili come anziani, disabili e persone in situazioni economiche svantaggiate. La normativa vieta inoltre l'uso di tecniche manipolative e l'inferenza delle emozioni in ambiti lavorativi ed educativi, salvaguardando la dignità e l'autonomia degli individui.

L'implementazione graduale della normativa, che si estenderà fino ad agosto 2026, offre alle organizzazioni il tempo necessario per adeguarsi. Un aspetto cruciale è l'introduzione di requisiti di alfabetizzazione digitale: le aziende dovranno garantire che il personale coinvolto con sistemi di IA possieda una formazione adeguata, promuovendo una cultura della consapevolezza tecnologica.
Le sfide per le imprese sono considerevoli. L'adeguamento richiederà investimenti significativi in formazione, infrastrutture e governance. Ma questi sforzi potrebbero tradursi in un vantaggio competitivo nel lungo termine, posizionando le aziende europee come leader nell'IA etica e responsabile.

Il calendario delle prossime scadenze è serrato: maggio 2025 vedrà l'introduzione dei codici di condotta per l'AI, mentre ad agosto dello stesso anno i modelli di IA general-purpose dovranno conformarsi a requisiti di trasparenza. Il processo culminerà nell'agosto 2026 con l'entrata in vigore delle regolamentazioni per i sistemi AI ad alto rischio.
L'AI Act europeo potrebbe diventare un modello globale per la regolamentazione dell'AI, similmente a quanto accaduto con il GDPR per la protezione dei dati. La sua implementazione sarà osservata attentamente da legislatori e aziende di tutto il mondo, mentre cercano di navigare le complesse acque dell'innovazione tecnologica responsabile.


La sfida più grande sarà mantenere un equilibrio tra protezione e innovazione, garantendo che l'Europa rimanga competitiva nel panorama tecnologico globale mentre stabilisce nuovi standard di sicurezza e etica. Il successo di questa iniziativa potrebbe definire il futuro dell'IA non solo in Europa, ma in tutto il mondo. Per noi sarà un obbligo, ma non una prigione.

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