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24/01/2024

marketing

Mancava anche il fenomeno dei de-influencer: una moda per dare contro alla Ferragni?

Il fenomeno ha preso piede negli ultimi giorni, ma sembra davvero qualcosa di paradossale: analizziamolo

Le aziende sono un po' sbigottite, molti uffici marketing in subbuglio. L'affaire Ferragni-Balocco sta lasciando il sengo.
E così, il panorama digitale si arricchisce di una nuova figura, l'esatto opposto dell'influencer: il deinfluencer. Questi creatori di contenuti digitali sfidano le tendenze del momento per promuovere un consumo più sostenibile ed etico, distanziandosi dall'ormai consolidato modello di influencer che sponsorizzano prodotti senza riflettere sull'impatto sociale e ambientale. In questa nuova ondata di deinfluenza, personaggi come Derek Guy, noto come "il ragazzo dell'abbigliamento maschile," e Tanner Leatherstein emergono come voci autorevoli e controcorrente.

Derek Guy e la sostenibilità delfashion


Derek Guy, uno dei deinfluencer più noti, si distingue per la sua critica costruttiva al mondo della moda. Attraverso una serie di 27 post su X, ha evidenziato le differenze sostanziali tra un maglione di cashmere economico e uno di alta qualità, analizzandone non solo le caratteristiche fisiche, ma anche l'impatto ambientale e sul benessere animale.

In un mondo dominato dal fast fashion, Guy si interroga pubblicamente sulla reale convenienza di acquistare prodotti a basso costo, sfidando il consumismo sfrenato.

Tanner Leatherstein: la verità sul lusso


Un altro deinfluencer che ha attirato l'attenzione è Tanner Leatherstein. Attraverso i suoi video virali su Instagram e TikTok, Leatherstein smonta borsette di lusso, rivelando il reale valore dei prodotti. Utilizzando taglierini, solventi e forbici, dimostra in modo tangibile se un prodotto giustifica la sua elevata cifra di vendita. Questa approfondita analisi delle opere d'arte della moda di lusso mette in discussione il valore intrinseco degli oggetti e stimola la riflessione sulle scelte di acquisto.

Andrea Cheong: educare alla consapevolezza


Il fenomeno del deinfluencer non si limita al Nord America, ma si diffonde anche in Asia. Andrea Cheong, con oltre 390.000 follower su Instagram e TikTok, si dedica a educare i consumatori sulle pratiche consapevoli. Attraverso i suoi post nei negozi, mostra come leggere attentamente etichette di cuciture, fodere e materiali.


Questa iniziativa mira a diffondere una visione più critica e consapevole delle scelte di acquisto, sfidando l'idea preconcetta del consumismo sconsiderato.

E in Italia?


In un contesto italiano, la domanda sorge spontanea: stanno anche i consumatori italiani abbracciando una visione più critica e consapevole? Mentre il fenomeno del deinfluencer ha radici in contesti culturali diversi, l'ascesa della consapevolezza nei confronti del consumo potrebbe trovare eco anche nel Bel Paese.


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