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20/12/2023

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Sara Anselmi (Microsoft): AI alleata per la creazione di applicazioni davvero accessibili a tutti

La pubblica amministrazione sta aprendo la strada, ma l'accessibilità è un fattore di business per le imprese

Secondo un'indagine ISTAT e FightTheStroke, in Italia il 5,2% della popolazione è composto da persone con disabilità, che hanno un tasso di occupazione del 45,6% - al di sotto della media europea del 47,3%. In questo scenario, l'AI generativa può avere un ruolo determinante perché può aiutare a colmare il mismatch tra le capacità personali e l'ambiente circostante, amplificando le abilità umane.
Con questo scenario, il ruolo la tecnologia digitale può svolgere un effetto significativo. Ne abbiamo parlato con Sara Anselmi, Direttore Divisione Commercial Partner e Diversity & Inclusion Lead di Microsoft Italia



Tecnologia e inclusività: qual è il rapporto? 


In Microsoft, stiamo lavorando attivamente per promuovere l'inclusività e l'accessibilità attraverso varie iniziative e vogliamo  trasferire questo nostro impegno interno anche all'esterno, a tutto l'ecosistema.
Come Microsoft abbiamo un piano sviluppato nel corso degli anni volto a valorizzare la diversità e promuovere l'inclusione ed equità sociale a partire dallo sviluppo di prodotti inclusivi "by design", ossia pensati per essere utilizzati da tutti già nella fase della loro progettazione.

In questo senso, se pensiamo ad una logica di Inclusive Design, possiamo vedere come l'introduzione di Microsoft Copilot, ovvero l'iniezione di AI generativa all'interno degli strumenti più diffusi per la produttività, rientri perfettamente in questo percorso. La tecnologia si rivela infatti un potente alleato delle persone, in grado di supportarle nelle loro attività quotidiane e assottigliando le differenze. 



Gli strumenti hanno un loro peso nel progresso socio-economico? 


Le nostre tecnologie possono avere un impatto sulle aziende e sulle persone. Questo è un elemento importante e cerchiamo di trasferire questa nostra visione attraverso momenti di  formazione e di condivisione. Per esempio, abbiamo recentemente presentato un'iniziativa volta a promuovere l'intelligenza artificiale come strumento che aiuti a sviluppare applicazioni accessibili. La tecnologia svolge un ruolo fondamentale nell'abbattere le barriere e rendere gli strumenti più accessibili per tutti. Ad esempio, l'intelligenza artificiale generativa ci consente di creare prodotti e soluzioni che possono essere utilizzati da un'ampia gamma di utenti, compresi quelli con disabilità.

 



Parlando di business, ritiene che l'inclusività possa rappresentare un'opportunità? 


Assolutamente. Promuovere l'inclusività non è solo una questione etica, ma anche un'opportunità di business. La tecnologia è un potente abilitatore perché permette di rendere semplici alcune funzionalità che in passato erano molto complesse. Il digitale ha avuto già diverse epoche, l'interfaccia grafica ha già permesso di fare grandi cose, oggi abbiamo la possibilità di creare interfacce praticamente naturali, con video e voce.
Le aziende che adottano pratiche e soluzioni accessibili e inclusive non solo migliorano il loro brand, ma possono anche raggiungere nuovi mercati e soddisfare le esigenze di una base di clienti molto più ampia. L'esempio più classico è quello dei videogiochi, che sono prodotti digitali, che di fatto permettono alle persone di interagire con tutti i 5 sensi offrendo un'esperienza coinvolgente e allo stesso tempo inclusiva 



Un anno fa si parlava di Metaverso, oggi di AI, ma sono fasi della trasformazione digitale. Ma come si fa a trasferire ai vostri partner e quindi alle imprese questo concetto di innovazione? 


Abbiamo attraversato fasi per cui un'idea, come il Metaverso, ha avuto grande interesse che poi ha subito un'evoluzione, ma a differenza del Metaverso, i partner oggi sono molto focalizzati sull'intelligenza artificiale e la propongono attivamente a clienti come perno fondamentale di progetti di innovazione.

Come Microsoft in primis abbiamo dato il via a un'iniziativa, AI.LAB con lo scopo di diffondere la competenza su questi temi e favorire un'ampia adozione di queste tecnologie. I partner si stanno accorgendo che si possono trarre grandi benefici e devo dire che il riscontro anche da parte delle aziende è grandissimo. Il problema non è più convincerli su questi temi, quanto riuscire a realizzare i tanti progetti che vengono adottati su larga scala dalle aziende. 



Qual è il ruolo della pubblica amministrazione in questo contesto? 


La pubblica amministrazione svolge un ruolo cruciale nell'adozione di pratiche e soluzioni inclusive. È importante estendere le iniziative di successo a tutte le pubbliche amministrazioni, in modo da garantire un accesso equo e paritario ai servizi e alle opportunità offerti dalla tecnologia. Se ci focalizziamo sull'intelligenza artificiale, i progetti più innovativi stanno partendo proprio nella pubblica amministrazione. Abbiamo delle eccellenze, ma al tempo stesso, qualcuno che è meno attento a questi temi. I progetti più grandi aiuteranno probabilmente gli enti più piccoli a comprendere i grandi vantaggi.


  



Avete un'iniziativa importante per raccontare intelligenza artificiale e inclusione. 


Sì, abbiamo lanciato l'Hackathon "AI for Inclusion". L'idea è quella di supportare fisicamente l'ideazione, la creazione e lo sviluppo di idee e progetti che facciano leva sul digitale per promuovere l'inclusione sociale e ridurre così le barriere in ambiti specifici. L'hackathon, aperto ad aziende, ma anche alle startup, associazioni e mondo accademico, ha l'obiettivo di mettere in connessione e a sistema le competenze, le capacità e le conoscenze per realizzare soluzioni innovative a supporto del percorso di inclusione delle persone con disabilità. 


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