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06/12/2023

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Rivoluzione nel mondo del lavoro: oltre 2 milioni di italiani cambiano strada ogni anno

Uno studio della Cisl mostra come il mercato del lavoro sia molto più dinamico a causa di tanti che decidono di cambiare

La Cisl Lombardia, insieme a Bibliolavoro e l'Ufficio Vertenze Lombardia Sindacare, ha rivelato un'inquietante tendenza: oltre 2 milioni di italiani abbandonano il loro impiego ogni anno alla ricerca di qualcosa di migliore. Un dato che, nel solo 2022, ha segnato un aumento del 10% rispetto all'anno precedente.

Un malcontento diffuso: le cause profonde delle dimissioni


In Lombardia, il cuore economico del paese, il fenomeno è particolarmente pronunciato, con 566.000 dimissioni nel 2022, rappresentando il 12% della forza lavoro regionale. Il dato solleva interrogativi sulle cause e sugli effetti di questa massiccia migrazione dal posto di lavoro. Il rapporto della Cisl sfata il mito che le dimissioni siano il risultato di opportunità lavorative già sicure. Il 35,5% lascia il posto senza una prospettiva di impiego immediata, mettendo in luce un desiderio di migliorare la qualità della vita piuttosto che garantire sicurezza economica. Le cause principali di abbandono, emerse dallo studio, includono lo stress correlato al lavoro (36%), la presenza di climi aziendali tossici (34,9%), la ricerca di miglioramento economico (29,5%) e il desiderio di una vita più bilanciata (26,2%).



Mobilità inter-settoriale: una tendenza in aumento


La mobilità inter-settoriale rivela anche una tendenza alla diversificazione. Settori come il commercio e la ristorazione vedono meno della metà dei lavoratori rimanere nello stesso ambito, con una preferenza per il trasferimento verso l'industria metalmeccanica, i servizi e altre aree. Questo cambiamento riflette il desiderio di maggior riconoscimento delle competenze, autonomia e opportunità di carriera.

Le scelte individuali e il loro impatto


La scelta di abbandonare un lavoro può comportare precarietà. Circa tre lavoratori su quattro rinunciano a un impiego a tempo indeterminato, e di questi, il 57,3% non troverà un lavoro altrettanto stabile. La ricerca di un miglioramento qualitativo della vita emerge come una tendenza dominante. Questo slancio verso l'autonomia e il riconoscimento si traduce in un vero e proprio esodo. È interessante notare che il 93% degli intervistati rifarebbe la propria scelta. Le dimissioni volontarie, quindi, aprono un dibattito più ampio su come le esigenze personali e le strutture aziendali possano trovare un punto d'incontro equilibrato.




Un esodo per una rinegoziazione del lavoro: riflessioni sul futuro


Le dimissioni volontarie potrebbero rappresentare un tentativo dal basso di rinegoziare nuovi spazi e condizioni di lavoro più soddisfacenti in un mercato in continua trasformazione. La Segretaria Regionale CISL Lombardia, Roberta Vaia, sottolinea anche l'importanza di parlare di prevenzione sul lavoro, considerando che da inizio anno si sono verificate oltre 100 morti sul lavoro.


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