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27/09/2023

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Andrea Mazzalai (Iceberfinanza): aspettiamoci una recessione globale in autunno

I tassi di interesse delle banche centrali aumentano il debito. Più li alzano e più la depressione economica raggiungerà ogni settore. Andremo incontro a fallimenti di massa

Le crisi di Germania, Francia, Cina, e Stati Uniti non fanno presagire nulla di buono per il futuro. Inflazione e politiche monetarie delle banche centrali. De-dollarizzazione. Sono alcuni dei temi affrontati nell'intervista con Andrea Mazzalai, Consulente finanziario e autore del seguitissimo e pluripremiato blog Icebergfinanza.

La Germania sta trascinando l'eurozona in recessione. Quali scenari si aprono?


Non è una novità la debolezza dell'economia tedesca, già prima della pandemia a metà 2019 dava segni evidenti di cedimento.
Il rialzo dei tassi e l'esplosione dei costi energetici, oltre che la dipendenza dall'estero in alcuni settori, sta mettendo a dura prova il suo modello di crescita incentrato in gran parte sulla domanda estera.
Stiamo parlando di metà crescita economica, il 50% del Pil. L'Italia dipende dall'export solo per meno di un terzo.
La recessione globale in autunno sarà il colpo di grazia.
Il recente rialzo dei tassi, non farà altro che accentuare il credit crunch, in atto.


Prestiti alle imprese e alle famiglie sono letteralmente collassati. Gli aggregati monetari soprattutto in America stanno mostrando dinamiche, viste solo nella Grande Depressione degli anni venti.
Non solo, il settore automobilistico ha fatto sì che l'export che vale quasi il 20% del settore manifatturiero sia peggiorato anche nei confronti dell'Italia. La debolezza della Germania, primo partner commerciale e produttivo dell'Italia, non tarderà a trasmettersi al sistema Italia maggiormente legato alla catena produttiva tedesca con inevitabili ripercussioni sulla bilancia commerciale.
Nel frattempo la bolla immobiliare sta scoppiando in Germania e l'effetto contagio rischia di propagarsi in tutta Europa.

Neanche la Francia se la passa bene, tra i problemi interni e quelli in centro Africa?


La Francia tra tensioni sociali e problemi geopolitici non se la passa meglio anche se i dati, sembrano raccontare altro.
Difficile credere agli ultimi dati soprattutto se si pensa che nell'ultimo trimestre il Paese è stato travolto da disordini sociali e il sentiment era molto depresso.


Un incredibile balzo nelle esportazioni ha contribuito alla crescita del secondo trimestre, ma come sempre il diavolo è nei dettagli.
La sola consegna di una nave da crociera ha fatto decuplicare le esportazioni di mezzi di trasporto, con un rialzo superiore all'11%.
Se poi ci aggiungiamo la riapertura delle centrali nucleari il gioco è fatto con un boom di esportazioni in ambito energetico. E' dalla primavera dello scorso anno che i consumi sono negativi, non è possibile affrancarsi dalle dinamiche generali che stanno colpendo la Germania.

Che fine farà il Patto di stabilità, tra poco in discussione, anche alla luce delle spese per la guerra in Ucraina?


Partiamo subito con il dire che il nuovo Patto di Stabilità, a trazione ovviamente tedesca, presentato dalla Commissione Europea non è altro che l'ennesimo tentativo di un "commissariamento" di alcuni Paesi, tra cui il nostro.
L'ennesimo ricatto, correzioni di bilancio che dovrebbero arrivare sino a 15 miliardi all'anno, con la farsa della diluizione nel tempo.


Una vera e propria trappola come il MES.
Dove li trovi 60 miliardi di euro in quattro anni?
Non si tratta di aggiustare solo la spesa, ma di rinunciare agli investimenti che non verrebbero esclusi. Sempre la solita richiesta: "spending review".
Loro le chiamano "traiettorie tecniche", disegnate da qualche oscuro tecnico o burocrate, nulla di diverso da quanto è accaduto in questi anni. Analisi della sostenibilità del debito, analisi arbitrarie che posso condizionare qualunque scelta politica. In sintesi, i documenti di programmazione economica verranno come sempre scritti in Europa, soprattutto per quanto riguarda il nostro Paese.
L'intenzione è quella di affossare qualunque riforma delle pensioni e del sistema fiscale. Se non ci sarà accordo, il prossimo anno, anno delle elezioni europee, vedrà tensioni sociali e politiche, esplodere.
La musica è sempre la stessa.

Parliamo di Cina. Dati contrastanti, poco trasparenti, ma rimane una delle economie più dinamiche al mondo. E' una tigre di carta o solo sta vivendo normali cicli economici?


Partiamo semplicemente dalla storia, con le dovute proporzioni: gli anni ruggenti per la Cina sono sostanzialmente finiti, non sarà una tigre di carta, ma il meglio per l'economia cinese è alle spalle.



Difficilmente la Cina riuscirà a sostituire il modello basata sull'export con i consumi interni. La Cina dipende in tutto e per tutto dall'economia mondiale.
La storia suggerisce che quanto successo nel mercato immobiliare, ci riporta indietro agli anni '90 e precisamente in Giappone.
Nessuno avrebbe scommesso in questi anni che la Cina avrebbe prima o poi esportato deflazione. Sta accadendo ora.
Economia di mercato controllata da un regime che sta facendo di tutto perché il mercato interno non venga travolto dalla bolla immobiliare e dal crollo delle azioni.
Penso che gli anni migliori per la Cina siano alle spalle, la recente svolta geopolitica in generale non porterà nulla di buono a livello di relazioni commerciali.
La guerra commerciale iniziata da Trump, con Biden è continuata, aumentando di livello in maniera esponenziale.
La Cina resta dipendente dal dollaro e dagli Stati Uniti, la stragrande maggioranza dei prestiti in dollari, contratti in questi anni, sono cinesi.
La svolta europea in seguito alla guerra in Ucraina non porta nulla di buono.

Se parliamo di dati "addomesticati" per fini governativi, nessuno batte gli USA.


Qual è la situazione reale?

Recentemente il premio Nobel, Paul Krugman, in una intervista alla CNN, si è detto meravigliato che a fronte di dati "surrealmente" buoni che continuano ad uscire, i sondaggi mostrano che la maggioranza degli americani non sono contenti di come vanno le cose. Surreale, dice, e surreale è la parola giusta, ma per noi non è una sorpresa.
Il prossimo anno in America ci saranno le elezioni presidenziali. Biden ha un disperato bisogno di nascondere la realtà, la recessione in corso in America.
La cosa ridicola è che non c'è alcun ritegno nell' "aggiustare" la realtà anche con dati clamorosi, che poi nel silenzio assoluto vengono rivisti negativamente, cancellando la reale situazione economica.
Non importa cosa si racconta, il mercato immobiliare è in crisi profonda, crollano le vendite, ma i prezzi non scendono perché con questi tassi nessuno lascia il vecchio mutuo, sarebbe una pazzia.
Tassi dei mutui più che raddoppiati oltre il 7%, tassi sulle carte di credito e credito al consumo triplicati, sopra il 20%.


Debito privato e statale ai massimi storici. Salari reali negativi, ovvero cancellati dall'inflazione.
Nelle ultime settimane, quasi 700.000 posti di lavoro cancellati, inventati, ma sono molti di più. Oltre cento milioni di americani sono sussidiati, tenuti in vita con buoni pasto da 300/400 dollari. Milioni di americani vivono per strada, in tende e roulotte. Ma ovviamente, c'è la piena occupazione e il miracolo economico.

I tassi di interesse USA sembrano aver raggiunto il picco, così come forse quelli della BCE. Cosa ti aspetti nei prossimi mesi?


Inutile fare previsioni con la politica monetaria, sono solo scelte politiche che non hanno nulla a che vedere con i fondamentali.
Hanno combattuto un'inflazione da offerta, originata dalla chiusura delle catene di approvvigionamento per la pandemia e dalla speculazione sulle risorse energetiche per la guerra farsa in Ucraina, alzando i tassi. L'inflazione sarebbe scesa comunque, perché non c'è traccia di domanda.
Non si muove una foglia senza incentivi e sussidi, stimoli fiscali. Qualunque cosa che faranno, sarà un errore, in questo la storia è testimone.



Due dei più grandi economisti del secolo scorso Galbraith e Friedman, sostenevano che le banche centrali servono a poco, sono più i danni che le cose positive che hanno fatto, spesso e volentieri solo danni.
Più alzano i tassi e più la depressione economica raggiungerà ogni settore. Abbiamo triplicato il debito totale dalla crisi subprime, la Grande Recessione.
Il debito o lo cancelli con la crescita o lo devi ridurre. Nessuna delle due ipotesi è fattibile oggi. Restano inflazione o ristrutturazione e fallimenti di massa. L'inflazione ha fallito, la storia suggerisce l'ultima opzione.

I BRICS portano avanti un programma di "de-dollarizzazione". Un programma che può avere un futuro?


Sono oltre 45 anni che si parla della fine del dollaro, dell'egemonia americana, del domino come moneta di riserva.
Se non si comprendono le dinamiche commerciali, si rischia di scrivere o prevedere fesserie come la de-dollarizzazione.
Cina, India o altri Paesi, non sono in grado di garantire, sicurezza e libertà, sistemi economico/finanziari, evoluti come l'America attuale.



Ci vorranno decenni, nel frattempo, nessuna moneta è in grado di sostituire il dollaro.
L'euro ha fallito, recentemente secondo l'ultimo aggiornamento statistico delle transazioni del circuito SWIFT, le transazioni in euro, l'utilizzo come moneta di pagamento, sono collassate. Il resto delle monete, non arrivano al 15% delle transazioni globali, insieme.
Potrei elencare decine di articoli storici, discussioni sulla fine del dollaro, ma alla fine nulla è successo in oltre 45 anni, da quando per la prima volta, l'argomento era solo uno:
la fine del dollaro come moneta di riserva globale.  


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